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La sentenza

Rapina da 600 mila euro con lo spray all'orafo: 6 anni al dipendente infedele con il vizio del gioco che aiutò i rapinatori

Luca Serafini

24 Ottobre 2025, 07:50

L'operaio basista della rapina da 600 mila euro al titolare della ditta orafa è ai domiciliari, programma contro la ludopatia

La rapina alla Italiana Horo

Sei anni di reclusione. E' la pena inflitta dal giudice di Arezzo Claudio Lara al dipendente infedele che partecipò alla rapina ai danni del titolare della ditta per la quale lavorava, la Italiana Horo di Badia al Pino. Era il 28 giugno 2024. L'imprenditore venne sorpreso nel piazzale della ditta mentre trasferiva in auto una verga di metallo aureo per il valore di 600 mila euro. Due banditi sbucarono con lo scooter nel piazzale, gli spruzzarono spray al peperoncino sul viso e scapparono con la preziosa refurtiva.

Accanto al titolare della Italiana Horo c'era il dipendente - trentenne di origini rumene - che, emerse poi dalle indagini dei carabinieri, aveva dato le dritte giuste ai componenti della banda proveniente dalla Campania. Nel processo celebrato con rito abbreviato, il giovane era difeso dagli avvocati Tiberio Baroni ed Eugenio Baroni. E' stato assolto per l'accusa di un furto di oro in ditta ed è caduta per lui, come per tutti gli altri, l'associazione a delinquere che la procura ipotizzava. Per gli esecutori della rapina condanna a 6 anni e 8 mesi, tenendo conto della recidiva: prosciolti invece quelli che si riteneva avessero fornito assist alla banda, con false denunce di veicoli rubati e favoreggiamento.

La banda - coinvolte in tutto 12 persone - fu sgominata a febbraio dopo un tentativo di assalto in una gioielleria della città.

Tre anni di reclusione, poi, all'altro imputato accusato per la ricettazione della verga trafugata. Il dipendente smascherato dagli inquirenti, ammise la sua colpa, riferendo di essere ludopatico. Gli servivano continuamente soldi per assecondare il vizio del gioco con le slot e per trafficare con le costose carte dei Pokémon. Attualmente è seguito dal Sert e lavora come muratore. Dopo la sentenza di ieri, più o meno in linea con le richieste del pm Laura Taddei, al netto del possibile ricorso in appello, si profila un periodo da trascorrere in carcere.

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