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Il caso di Soci

Un progetto per i bambini nel nome di Leo morto all'asilo, il desiderio della famiglia in attesa di verità sulla tragedia tra dignità e dolore

Martedì autopsia poi il funerale con offerte preferite ai fiori. Le indagate e i genitori hanno nominato gli avvocati

Luca Serafini

16 Novembre 2025, 08:05

La fiaccolata a Soci

La fiaccolata e l'asilo di Soci

Un progetto per i bambini del Casentino porterà il nome del piccolo Leo, ed è per questo che anziché i fiori, in questi giorni dolorosi, saranno gradite le offerte. È questo il desiderio della famiglia del bambino morto soffocato dal giubbotto impigliato in un ramo nel giardino dell'asilo di Soci, la tragedia di mercoledì 12 novembre per la quale ci sono cinque persone indagate dalla procura di Arezzo. Sono tre educatrici, una assistente e la coordinatrice, casentinesi, quarantenni, tutte dipendenti della cooperativa Koinè che gestisce la scuola dell'infanzia ed ha aperto una commissione interna.

Non ha ricevuto l'avviso di garanzia, invece, la maestra che per prima si è accorta che il bimbo era intrappolato senza fiato nel boschetto didattico diventato all'improvviso una trappola micidiale per il piccolo, appena 2 anni. Pare che la donna che si è prodigata per liberare Leo dal ramo diventato artiglio micidiale, non era ancora entrata in servizio, stava facendo ingresso allora nella struttura. Il suo slancio è risultato purtroppo vano, i soccorritori non sono riusciti a salvare Leo e adesso la sua fine è al centro dell'inchiesta diretta dal pm Angela Masiello, seguita anche dal procuratore capo Gianfederica Dito. Omicidio colposo l'ipotesi di reato.

Da accertare se c'è stato un deficit di controllo, una omessa vigilanza sul minore, da parte del personale educativo. E se l'insieme di arbusti del mini bosco, per quanto oggetto di manutenzioni, potesse costituire un elemento insidioso. Al lavoro svolto dai carabinieri sul territorio, con acquisizione di elementi e testimonianze, si aggiungono ora le consulenze tecniche. La prima è quella di martedì 18 novembre, affidata al professor Mario Gabbrielli, medico legale di Siena, per l'autopsia. È proprio per consentire questo accertamento tecnico irripetibile che addette dell'asilo e coordinatrice hanno ricevuto l'informazione dalla procura: non significa affatto responsabilità dimostrate, serve per potersi difendere.

Gli avvocati che assistono le cinque indagate sono Saverio Agostini, Cristiano Cazzavacca, Ida Cipolleschi e Paolo Prisco. Mentre la famiglia di Leo è assistita legalmente dall'avvocato Francesca Molino.

In questa fase sospesa tra l'incidente, terribile, e le esequie di Leo, la famiglia ha fatto pervenire il messaggio sulle volontà. Ancora non è chiaro quale sarà il progetto a beneficio dell'infanzia, nel nome del bambino, saranno rese note delle coordinate bancarie, ma intanto solo il fatto che i genitori riescano a pensare ad un gesto di bontà e altruismo in un momento straziante, la dice lunga dei valori di questa famiglia. Che, con compostezza, rispetto e dignità, attende risposte dall'inchiesta.

La sezione di Leo era composta da 30 bambini, l'altra ne ha 20. Al vaglio ruoli e condotte delle educatrici e assistenti con vincoli di vigilanza sui bambini. Osservazioni particolari, nell'asilo Ambarabà ciccì coccò di via della Rena a Soci, frazione di Bibbiena, gli arbusti simili ad alloro alti un paio di metri, il groviglio di rami. Un luogo per giocare, didattico. Forse anche pericoloso? Collocato in un'area esterna molto ampia e dispersiva, dove per controllare una cinquantina di bambini una distrazione può risultare fatale.

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