Tragedia di Soci
L'asilo di Soci ancora sotto sequestro
Tra le cinque persone indagate per la morte del piccolo Leo, strozzato da un ramo nel giardino dell'asilo, non c'è la maestra che è intervenuta per prima in suo soccorso. Accortasi che il bambino, due anni, era in difficoltà nel boschetto dei giochi, agganciato ad un arbusto per il giubbotto, mercoledì 12 novembre si è lanciata in suo aiuto e lo ha liberato, facendo scattare la macchina dei soccorsi che purtroppo, nella struttura per l'infanzia di Soci, Bibbiena (provincia di Arezzo), non è riuscita a salvare il bambino.
La procura ritiene che non possano neppure essere ipotizzati profili ipotetici di colpa nella persona che si è prodigata e non aveva un ruolo diretto di controllo della classe dei bambini e quindi di Leo. La maestra, infatti, a quanto risulta non era in servizio in quel momento, doveva ancora entrare. Come è arrivata si è trovata di fronte la terribile scena. Non aveva ancora preso posto nella struttura per svolgere la sua mansione. C'era un altro turno al lavoro.
Le cinque indagate, tutte donne, sono tutte sconvolte dall'accaduto, molto provate. Sono educatrici dell'infanzia e con incarichi amministrativi, la coordinatrice, tutte quarantenni casentinesi, dipendenti della cooperativa Koinè che gestisce l'asilo e che a sua volta ha aperto un accertamento interno. Koinè opera su molteplici situazioni in ambito sociale ed educativo, realtà solida e strutturata, adesso coinvolta nella tragica vicenda dell'asilo Ambarabà ciccì coccò che spezza il cuore per la perdita di un bimbo in circostanze così assurde. Il fatto che siano indagate, va sempre sottolineato, non significa affatto alcuna responsabilità in una fase preliminare dell'inchiesta.
Il pm Angela Masiello, d'intesa con il procuratore capo Gianfederica Dito, sta mettendo in campo tutti gli accertamenti possibili per fare piena luce sull'accaduto. Martedì 18 novembre sarà conferito al medico legale Mario Gabbrielli l'incarico per l'autopsia che sarà eseguita il giorno stesso, per accorciare i tempi, già dilatati per il fine settimana. In modo da poter restituire quanto prima il corpo del piccolo Leo ai familiari per le esequie. Ogni indagata potrà nominare dei suoi consulenti.
L'inchiesta aperta dalla procura di Arezzo è orientata in due direzioni: quella del controllo, vigilanza, custodia del bambino da parte del personale educativo e quella della sicurezza del giardino dei giochi. Nel primo caso si deve capire se il turno di personale era adeguato alle necessità, se la vigilanza è stata correttamente svolta, con la necessaria attenzione. Nel secondo caso si deve accertare la manutenzione e la conformità alle norme di sicurezza dell'ambiente esterno alla scuola dell'infanzia, spazio ampio e dispersivo - ancora sotto sequestro - con quel boschetto fatto di arbusti apparentemente innocui ma che come si è visto si sono rivelati insidiosi, come un labirinto verde, pur didattiche, che per Leo è stato micidiale.
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