Bibbiena
Indagini sulla tragedia
La morte del piccolo Leo chiede verità. Una vita di poco più di due anni spezzata in un asilo. Un bimbo che muore soffocato perché (almeno stando alle prime ricostruzioni), un indumento che indossa rimane impigliato in un arbusto. E' un dolore impossibile da cancellare e fare di tutto per capire cosa è accaduto in quelle drammatiche ore, è semplicemente un dovere. Di tutti. Non solo della magistratura, che ha già aperto il dovuto fascicolo e che sicuramente procederà spedita.
La cooperativa sociale Koinè che gestisce l'asilo Ambarabà Ciccì Coccò di Soci, nel territorio di Bibbiena, oltre a confermare la massima fiducia negli inquirenti, si muove anche in maniera autonoma e lo fa istituendo una commissione interna. E' la stessa cooperativa ad annunciarlo con una nota. "In attesa che la magistratura adotti i suoi provvedimenti - si legge nel comunicato - la cooperativa sociale Koinè conferma la sua piena fiducia nel lavoro degli inquirenti e della stessa magistratura. Dirigenti e operatrici hanno già dato le informazioni che sono state richieste e, nella logica della massima collaborazione, ha deciso (la cooperativa, ndr) di istituire una commissione interna e i risultati del suo lavoro saranno messi a disposizioni delle indagini".
Nella stessa nota la cooperativa conferma quanto già dichiarato agli inquirenti su personale e struttura: "Il personale è composto da 16 operatrici, di cui 11 educatrici e 5 assistenti. Al momento della tragedia, in relazione ai turni, erano in servizi 8 educatrici, 4 assistenti più la cuoca e l’aiuto cuoca: in totale 14 addetti. E’ opportuno sottolineare che il rapporto numerico con i 60 bambini del nido è perfettamente coerente con la normativa. Tutti gli addetti sono professionalmente formati e seguono regolarmente corsi di aggiornamento professionale. A questi elementi è possibile aggiungere la loro esperienza lavorativa e la passione umana e professionale con le quali lavorano. L’ambiente, sia quello interno che quello esterno, è perfettamente a norma come risulta dalle certificazioni previste dalle leggi. La piccola pianta non è un arredo del giardino ma una componente di un progetto didattico: è immediatamente fuori della porta della sezione ed è oggetto di costante manutenzione. La Commissione interna, il cui lavoro – lo ripetiamo – sarà al servizio degli inquirenti, verificherà adesso ogni dettaglio. Si sono già svolti incontri con le operatrici e il dialogo continuerà con una sola finalità: contribuire alla ricerca della verità".
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