La tragedia
Mario Paglicci, a sinistra, e Fulvio Casini. Le operazioni dei vigili del fuoco
È un lavoro difficile e rischioso oltre che un'opera di pietà umana, quello che i vigili del fuoco hanno svolto e continuano a svolgere nel luogo dove il 9 novembre scorso sono morti i due amici piloti nello schianto al suolo con l'elicottero. Altri resti sono stati trovati nel declivio dell'Alpe della Luna.
Il 18 dicembre la procura della Repubblica di Arezzo ha affidato alla genetista Ilaria Carboni il compito di verificare se stavolta c'è corrispondenza con il dna di Fulvio Casini. Il 67enne di Sinalunga, imprenditore immobiliare, non ha avuto ancora la cerimonia funebre, come avvenuto invece per Mario Paglicci, il noto imprenditore orafo di Arezzo, 78 anni, che quella domenica era con lui. Tornavano da Venezia. Una giornata di sole che nel pomeriggio si era un po' guastata sotto il profilo del meteo. Nel sorvolare l'Appennino tra Marche e Toscana, l'incidente, ancora inspiegabile. Forse provocato dalla nebbia che potrebbe aver celato l'ostacolo naturale costituito dal Poggio dell'Appione, nel comune di Badia Tedalda.
Devastante l'impatto a terra, con successiva esplosione e incendio. I rottami dell'Agusta Westland 109 di Paglicci, sparsi nella boscaglia, furono individuati solo il giorno dopo sempre dai vigili del fuoco. Alcuni di loro hanno ripetutamente setacciato l'area, facendosi calare con il verricello dall'elicottero del Corpo. Un lavoro orientato da un lato alla raccolta dei pezzi del velivolo, dall'altro finalizzato al triste recupero dei corpi dei due amici, appassionati di volo, che non riuscirono a tornare all'aviosuperficie Serristori di Manciano, a Castiglion Fiorentino, dove erano partiti come tante altre volte.
Gli esami genetici sui primi resti ritrovati nei giorni successivi alla tragedia, avevano consentito di celebrare in cattedrale ad Arezzo il 5 dicembre il funerale di Paglicci, uomo noto e stimato, artefice di una delle iniziative imprenditoriali più brillanti nel distretto dei preziosi. Ma per la famiglia di Casini - anche lui conosciuto e benvoluto - l'attesa dura ancora. Adesso si spera che dai laboratori possano giungere notizie diverse, con il successivo nulla osta del magistrato, il sostituto procuratore Julia Maggiore. La speranza è che emerga coincidenza con quanto rinvenuto dai vigili del fuoco e il dna del 67enne.
Intanto l'inchiesta sulle cause della sciagura (guasto o errore umano) si conferma difficilissima: non leggibili i dispositivi di bordo che registrano certi dati sul funzionamento del motore ed altro. E la scatola nera in questo tipo di velivoli non c'è. Anche i pezzi dell'elicottero non sono stati del tutto recuperati. Al lavoro pure l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Il pm nominerà un super esperto, ma ancora non è il momento. L'Agusta Westland era, pare, efficiente e controllatissimo. Cosa sia accaduto quella domenica forse non si saprà mai. La famiglia Paglicci è assistita dall'avvocato Nicola Detti, la famiglia Casini dall'avvocato Alessandro Luciani.
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