Sanità
In forte aumento i casi di polmonite
"È un’ondata davvero eccezionale. Al momento sia nel reparto di Pneumologia che nell’Utip (Unità di terapia intensiva pneumologica, ndr), abbiamo più del 50% di pazienti ricoverati per polmonite". È il dottor Raffaele Scala, primario del reparto di Uoc Pneumologia del San Donato di Arezzo, a scattare una fotografia del momento. Numeri eccezionali di polmoniti che colpiscono sia persone con patologie pregresse che quelle considerate sane. Un picco che si registra a 5 anni dall’inizio della pandemia da Covid. L’uso delle mascherine e dei dispositivi di protezione delle vie aree, aveva fatto scendere drasticamente i casi. Adesso arriva il picco.
Alla base di questo incremento ci sarebbero diversi fattori, a cominciare dall’ondata influenzale che ha colpito circa 17 milioni di persone. Il picco è arrivato più tardi rispetto agli anni precedenti e ha trovato una popolazione con meno difese immunitarie. Questo avrebbe facilitato l’insorgenza di complicazioni, tra cui la polmonite, sia di origine virale che batterica. Un aumento dei casi che si deve, secondo gli esperti, anche a un livello di attenzione più elevato per questa patologia. “Sicuramente si tratta di numeri in incremento rispetto alle annate precedenti e possiamo identificare alcune cause. In primis sicuramente la maggiore consapevolezza di questo tipo di patologia. Abbiamo notato che l’emergenza Covid ha portato ad avere più sensibilizzazione nei confronti delle valutazioni specialistiche e in particolar modo lo pneumologo. Quindi aumentando il livello di sospetto di polmonite ovviamente aumenta il numero di incidenza. C’è un altro fattore che possiamo considerare – prosegue Scala - i germi che durante la pandemia Covid avevano subito un notevole contenimento nella circolazione, grazie ai sistemi di protezione e all’isolamento, successivamente dopo la liberazione hanno avuto una maggiore diffusione nella popolazione".
Le polmoniti stanno colpendo non solo coloro che sono considerati fragili, ma anche persone più giovani e senza patologie pregresse. Si tratta di germi come il micoplasma e la clamidia che se non trattati con antibiotici giusti possono causare forme molto gravi richiedenti ricovero in Utip. “Normalmente queste polmoniti interessano pazienti immunocompromessi, adesso cominciano ad interessare anche persone che hanno difese considerate normali – precisa Scala - e possono dare polmoniti piuttosto impegnative che non necessariamente richiedono l’ospedalizzazione però sono appunto eventi molto importanti". L'attenzione massima, però, è sempre per i pazienti con patologie pregresse, che abbiamo imparato a proteggere anche durante la pandemia. “Non dobbiamo trascurare l'attenzione nei confronti di coloro che sono a rischio ovvero i soggetti che hanno tante patologie respiratorie – conclude Scala - condizioni di immunodepressione e che sono esposti a complicanze. Gli agenti responsabili delle polmoniti sono quelli che incidono maggiormente sul decorso di questi di questi casi".
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