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La Resistenza

Fuochi d'artificio, le vere storie dei partigiani bambini: affrontarono i nazifascisti senza paura. Il coraggio di Franco, Gustavo e Teresa

Giuseppe Silvestri

15 Aprile 2025, 20:09

Franco Cesana

Tanti giovanissimi parteciparono alla lotta partigiana. Nella foto il piccolo Franco Cesana

Durante la Resistenza italiana nella lotta contro il nazifascismo, i giovanissimi ebbero un ruolo di grande rilievo, spesso mettendo a rischio la propria vita per difendere la libertà e la democrazia. Sono tante le storie che potrebbero essere raccontate. Come quella di Franco Cesana, che emerge come simbolo del coraggio e del sacrificio dei più giovani partigianiFranco nacque a Mantova il 20 settembre 1931 in una famiglia ebrea agiata, che si trasferì a Bologna quando lui era ancora un bambino. La sua infanzia fu segnata dalle leggi razziali del 1938, che lo costrinsero a lasciare la scuola pubblica e a frequentarne una ebraica improvvisata, meno attrezzata e meno stimolante. Orfano di padre dal 1939, Franco visse con la madre e i fratelli in un clima di crescente persecuzione e pericolo, che li spinse a rifugiarsi sulle montagne dell’Appennino modenese, in particolare nella zona di Zocca, un centro attivo della Resistenza.

A soli 12 anni, nel luglio del 1944, Franco decise di fuggire da casa per unirsi ai partigiani della formazione Scarabello della Divisione Garibaldi, dove già combattevano i suoi fratelli maggiori. Per farsi accettare, dichiarò di avere 16 anni e assunse il nome di battaglia Balilla. Il suo ruolo fu quello di portaordini, un incarico fondamentale per mantenere i collegamenti tra le varie squadre partigiane. Nonostante la giovane età, Franco dimostrò grande maturità e determinazione, scrivendo alla madre una lettera in cui raccontava con affetto e lucidità la sua scelta e le sue giornate tra i partigiani.

La sua esperienza si concluse tragicamente il 14 settembre 1944, durante un rastrellamento tedesco nella zona di Pescarola, vicino a Modena. Franco fu colpito da una raffica di mitra e morì pochi giorni prima del suo tredicesimo compleanno, diventando così il più giovane martire della Resistenza italiana. Il suo corpo fu recuperato dai compagni partigiani e sepolto con discrezione per evitare rappresaglie, per poi essere traslato a Bologna dopo la Liberazione.

Altro esempio significativo di giovanissimo partigiano italiano è Gustavo Orlandini, la cui storia testimonia il coraggio e la determinazione dei ragazzi coinvolti nella Resistenza. Nato nel 1932 in una famiglia ebrea di Torino, Gustavo aveva solo 11 anni quando, a causa delle leggi razziali e dei bombardamenti, la sua famiglia si rifugiò nel Monferrato per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste.

Dopo l’8 settembre 1943, con l’intensificarsi dei rastrellamenti, i genitori di Gustavo presero la dolorosa decisione di separarsi per aumentare le possibilità di sopravvivenza: "Se ci trovano insieme ci portano via e ci ammazzano. Tutti e tre. Dobbiamo dividerci", disse suo padre. Così Gustavo fu affidato a partigiani amici della famiglia, entrando giovanissimo nella lotta contro il nazifascismo. Nonostante la sua età, partecipò attivamente alle attività della Resistenza, aiutando i combattenti e vivendo in prima persona i pericoli e le difficoltà di quel periodo.

Accanto a Franco Cesana e Gustavo Orlandini, molti altri giovanissimi si distinsero nella Resistenza. Tra le ragazze, Teresa Vergalli è un esempio significativo: a soli 16 anni divenne staffetta partigiana nella Val d’Enza, svolgendo un ruolo di collegamento e supporto fondamentale per le formazioni partigiane. Come molti giovani, Teresa affrontò rischi enormi, muovendosi tra le montagne e i paesi occupati, portando messaggi e ordini nascosti, spesso sotto la minaccia di arresto o peggio. Questi giovani, mossi da ideali di libertà e giustizia, rappresentarono una generazione che scelse consapevolmente di opporsi al regime fascista e all’occupazione nazista, spesso contro il volere delle famiglie e in condizioni di estrema difficoltà. La loro partecipazione non fu solo militare, ma anche civile, fatta di boicottaggi, aiuti ai perseguitati e sostegno morale alle comunità oppresse.

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