La chiesa
Fumata nera: il papa non è ancora eletto
Ci siamo. Ormai mancano solo ore all'apertura del conclave, uno degli eventi più solenni e misteriosi della Chiesa cattolica, un rito che si ripete da secoli e che affascina credenti e curiosi di tutto il mondo. Ma come funziona davvero questa antica cerimonia? E quando è stata l’ultima volta che il Papa eletto non faceva parte dei cardinali presenti in conclave? Quando il Papa muore o rinuncia, si apre il periodo chiamato sede vacante: la guida della Chiesa passa temporaneamente al collegio dei cardinali, che può occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione. Nel frattempo, i cardinali sotto gli 80 anni si preparano a entrare in conclave, che si svolge nella Cappella Sistina, chiusa ermeticamente al mondo esterno per garantire la massima segretezza e autonomia delle decisioni.
Il termine conclave deriva dal latino “cum clave”, cioè “chiuso a chiave”: i cardinali vengono letteralmente rinchiusi finché non raggiungono l’elezione del nuovo Pontefice. Nessun contatto con l’esterno, nessun telefono o dispositivo elettronico, solo preghiera, riflessione e votazioni. Ogni giorno si tengono fino a quattro votazioni, due al mattino e due al pomeriggio. Ogni cardinale scrive su una scheda il nome del candidato scelto, la piega e la depone in un’urna dopo aver pronunciato un giuramento di segretezza. Tre scrutatori, scelti a sorte, conteggiano i voti. Per essere eletto, un candidato deve ottenere almeno i due terzi dei voti. Se nessuno raggiunge la soglia, si procede a nuove votazioni. Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate. All'estero i fedeli aspettano il fumo: se nero annuncia che non c’è ancora un Papa, se bianco segnala invece l’avvenuta elezione che sarà seguita dall’annuncio solenne Habemus Papam dalla loggia di San Pietro.
Secondo il diritto canonico, può essere eletto Papa qualsiasi uomo battezzato e celibe, anche se non sacerdote. Tuttavia, da secoli la scelta ricade sempre su un cardinale presente in conclave. In caso di elezione di un non vescovo, questi deve essere ordinato immediatamente. L’ultima volta che fu eletto un Papa che non era tra i cardinali presenti in conclave risale al 1522, con l’elezione di Adriano VI. Era già cardinale, ma non era fisicamente presente a Roma; i cardinali lo scelsero mentre lui si trovava in Spagna, e solo successivamente raggiunse la città eterna per assumere il pontificato. Da allora, la prassi si è consolidata: il Papa viene scelto sempre tra i cardinali elettori presenti.
Papa Benedetto XVI apportò alcune modifiche alla Universi Dominici Gregis, la Costituzione Apostolica che era stata promulgata da Papa Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996. Le principali variazioni sono due. La prima è il ripristino della maggioranza qualificata dei due terzi: nel 2007, con il motu proprio De aliquibus mutationibus, Benedetto XVI ha eliminato la possibilità introdotta da Giovanni Paolo II di eleggere il Papa con la sola maggioranza assoluta dopo 34 scrutini senza esito. Da allora, anche nei ballottaggi finali, è sempre richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti per l’elezione del Pontefice. In caso di ballottaggio tra i due più votati, questi non possono votare per sé stessi. La seconda è la possibilità di anticipare l’inizio del conclave: nel 2013, con il motu proprio Normas Nonnullas, Benedetto XVI ha concesso al Collegio dei Cardinali la facoltà di anticipare l’inizio del conclave se tutti gli elettori sono già presenti a Roma, rispetto ai canonici 15 giorni previsti. Sono state introdotte anche alcune modifiche minori di carattere cerimoniale.
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