L'intervista
Il quadro di Vasari rubato e Christopher Marinello
Dopo aver riportato la notizia del furto dell’olio su tavola di Giorgio Vasari dalla chiesa delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo, abbiamo deciso di approfondire la questione contattando uno dei massimi esperti mondiali nel recupero di opere d’arte trafugate: Christopher Marinello, fondatore di Art Recovery International. Marinello è un avvocato con oltre 35 anni di esperienza ed è considerato un’autorità nel campo della restituzione di opere d’arte. Ha lavorato a casi di alto profilo, tra cui il recupero di opere saccheggiate dai nazisti, come la restituzione del Femme Assise di Matisse dal famigerato tesoro di Gurlitt e alla riconsegna di dipinti ai legittimi eredi del mercante d’arte Paul Rosenberg. Ha collaborato con governi di tutto il mondo, tra cui l’Italia, gli Stati Uniti, la Francia, l’Egitto e la Colombia, per il recupero di opere trafugate e per il contrasto al traffico illecito di beni culturali. Ha creato la ArtClaim Database, una delle più avanzate piattaforme per l’identificazione di opere d’arte rubate.
- Dottor Marinello, pensa che ci siano ancora chances per il recupero dell’opera di Vasari?
Sì, credo davvero che il Vasari un giorno riemergerà. Nel mio lavoro con Art Recovery International, stiamo recuperando opere d’arte che sono state rubate 25, 30 o anche 80 anni fa. Inutile dire che non perdo mai la speranza.
- Quali sono le strategie più efficaci per ritrovare opere d’arte scomparse da tempo?
Credo che rendere pubblico il furto e mantenere viva la storia siano strategie molto efficaci. Mi piace dire che i servizi stampa rendono l’opera rubata radioattiva, al punto che nessun mercante, collezionista o casa d’aste rispettabile vorrà averci a che fare. Bisogna chiudere tutte le vie attraverso cui i criminali possono guadagnare con l’arte rubata, e questo include anche il pagamento di riscatti. Tali pagamenti non fanno che incentivare ulteriori furti. Un’altra strategia molto efficace è l’uso dei database di arte rubata, come quello gestito dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma. Una volta che un’opera rubata è inserita nel database, diventa quasi impossibile venderla.
- Spesso il mercato dell’arte viene criticato per la sua scarsa trasparenza. Pensa che le normative siano sufficienti per prevenire i traffici illeciti?
Credo che il mercato dell’arte abbia praticamente inventato la mancanza di trasparenza. Tuttavia, ci sono così tante leggi in vigore che sta diventando sempre più difficile per il commercio artistico operare, soprattutto a livello internazionale. Ciò che manca, però, è l’applicazione efficace delle leggi e punizioni adeguate per chi le infrange. I processi in Italia, nel Regno Unito e altrove durano anni e ritengo responsabili i giudici e i vari Dipartimenti di Giustizia dei diversi paesi per l’approccio troppo permissivo nei confronti dei ladri d’arte. Bisogna investire in forze dell’ordine e dipartimenti giudiziari affinché possano anticipare i criminali dell’arte e creare un vero effetto deterrente. Questo, attualmente, non esiste. Per molti criminali, il crimine paga davvero.
- Quali passi concreti potrebbero essere intrapresi per riportare l’attenzione sul caso del Vasari rubato?
Questo stesso articolo sarà di enorme aiuto. Più persone leggeranno questa storia, meglio sarà… soprattutto se circola online. Questo rende difficile vendere, esporre o trasportare il Vasari rubato. Inoltre, l’offerta di una ricompensa per informazioni che portino al recupero del dipinto potrebbe essere utile. Questo è molto diverso da una “richiesta di riscatto” fatta da criminali che cercano di estorcere denaro. I riscatti incoraggiano solo altri furti. Dato il tempo trascorso dal furto, si potrebbe prendere in considerazione una dichiarazione da parte delle autorità in cui si afferma che nessuno verrà perseguito se il dipinto verrà restituito alla chiesa delle Sante Flora e Lucilla ad Arezzo. Potrebbe essere uno strumento molto efficace, ma richiede pensiero creativo.
- Quello di Arezzo potremmo considerarlo un cold case in criminologia dell'arte. In questi casi di furtiremoti, quali sono le competenti autorità chiamate a intervenire sia a livello nazionale che sovranazionale?
Trovo che sia una perdita di tempo criticare ciò che è stato o non è stato fatto al momento del furto. I nostri sforzi dovrebbero concentrarsi sul localizzare ora il dipinto e sull’incoraggiare chi sa dove si trovi a farsi avanti. Allo stesso tempo, dobbiamo impedire che venga mai venduto, come ho detto prima. Questo Vasari appartiene ad Arezzo e al mondo intero. Coinvolgiamo tutti coloro che apprezzano la cultura italiana affinché tengano gli occhi aperti. Si potrebbe creare una linea anonima per segnalazioni, che aiuterebbe molto in questo sforzo.
- Quali sono le azioni per poter richiamare l'attenzione di queste autorità sul caso specifico?
Servizi giornalistici sul furto, forse un documentario che rimanga online per sempre. Chiunque faccia ricerche su questo dipinto saprà che è stato rubato e non potrà monetizzarlo.
- La città di Arezzo vorrebbe raccogliere una somma in denaro per premiare chi riesca a fornire notizie utili al recupero dell’opera vasariana trafugata. Pensa che tali iniziative possano essere efficaci almeno per richiamare l’attenzione delle autorità sul furto?
Sostengo questa idea, ma non la limiterei alla sola città di Arezzo. È necessario coinvolgere aziende private, mercanti d’arte e collezionisti privati. Tutti sanno che i musei statali e le istituzioni pubbliche sono pieni di burocrazia e hanno pochissimi fondi. Il governo e le forze dell’ordine devono imparare a collaborare con il settore privato (come Art Recovery International), che è disposto a donare tempo ed energie per recuperare opere d’arte inestimabili. Dopotutto, questo Vasari non è stato rubato solo ad Arezzo, ma a tutti noi e alle generazioni future.```html Dopo aver riportato la notizia del furto dell’olio su tavola di Giorgio Vasari dalla chiesa delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo, abbiamo deciso di approfondire la questione contattando uno dei massimi esperti mondiali nel recupero di opere d’arte trafugate: Christopher Marinello, fondatore di Art Recovery International. Marinello è un avvocato con oltre 35 anni di esperienza ed è considerato un’autorità nel campo della restituzione di opere d’arte. Ha lavorato a casi di alto profilo, tra cui il recupero di opere saccheggiate dai nazisti, come la restituzione del Femme Assise di Matisse dal famigerato tesoro di Gurlitt e alla riconsegna di dipinti ai legittimi eredi del mercante d’arte Paul Rosenberg. Ha collaborato con governi di tutto il mondo, tra cui l’Italia, gli Stati Uniti, la Francia, l’Egitto e la Colombia, per il recupero di opere trafugate e per il contrasto al traffico illecito di beni culturali. Ha creato la ArtClaim Database, una delle più avanzate piattaforme per l’identificazione di opere d’arte rubate.
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