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La storia

Presa a martellate, accoltellata e bruciata da un collega: chi è la donna che ha commosso il pubblico de Lo Stato delle Cose

Julie Mary Marini

12 Maggio 2025, 23:03

Barbara Bartolotti

Barbara Bartolotti, la donna che si è salvata dall'aggressione

Chi è la donna presa a martellate, accoltellata e bruciata da un collega che ha fatto commuovere e indignare i telespettatori de Lo Stato delle Cose? Lei è Barbara Bartolotti, palermitana che nel 2003, a 29 anni, è sopravvissuta a un tentato femminicidio di inaudita violenza da parte di un collega, Giuseppe Perrone. Il 20 dicembre di quell'anno, dopo aver accettato un incontro con lui, fu brutalmente aggredita: colpita con quattro martellate alla testa, accoltellata all'addome e poi cosparsa di benzina e data alle fiamme. Barbara era incinta del terzo figlio, che purtroppo perse nell'aggressione. Nonostante le gravissime ferite e il corpo in fiamme, si finse morta per ingannare l'aggressore, che convinto di averla uccisa si allontanò. Con una forza straordinaria, riuscì a spegnere le fiamme da sola, a scavalcare un filo spinato e a chiedere aiuto a due passanti, che la portarono in ospedale.

Dopo un lungo ricovero di circa sei mesi nel centro grandi ustioni di Palermo, numerosi interventi chirurgici e un difficile percorso di riabilitazione, Barbara è sopravvissuta e ha iniziato un percorso di rinascita. Ha perso il lavoro a causa dell'aggressione, anche perché il suo aggressore era parente di un socio dell'azienda dove lavorava e ha dovuto affrontare anche la delusione della giustizia: nonostante le accuse gravissime, l'aggressore ha scontato una pena minima grazie al rito abbreviato e all'indulto, tornando libero e con una nuova vita.

Nel 2016 Barbara ha fondato l'associazione Libera di Vivere, con cui gira l'Italia per sensibilizzare contro la violenza sulle donne, portando la sua testimonianza di sopravvissuta e di lotta per la vita e la dignità. Il suo impegno è rivolto soprattutto ai giovani, per educare al rispetto e all'amore per la vita, nonostante le difficoltà incontrate, anche nella sua città natale. Barbara ha definito la sua esperienza come aver vissuto due vite: una prima segnata dal martirio e una seconda di rinascita e impegno sociale. Quattro anni dopo l'aggressione è nata la sua quarta figlia, simbolo concreto della sua forza e del suo riscatto personale.

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