Sanità
Il punto sui contagi da Covid
A che punto siamo con il Covid? E' vero che i contagi hanno ripreso a buon ritmo? Davvero ormai è soltanto una semplice influenza? A dare risposte attendibili alle domande ci ha pensato Epidemiologia e prevenzione, la rivista dell'Associazione italiana di epidemilogia con un lungo servizio accompagnato da dati, spiegazioni e precisazioni.
Nell'articolo si spiega che la circolazione del virus Sars-CoV-2, dopo una lunga fase di bassa incidenza, ha ripreso a crescere in modo costante durante l’estate 2025. I dati, purtroppo limitati quasi esclusivamente ai tamponi eseguiti nei Pronto Soccorso ospedalieri, mostrano una tendenza in rialzo nei casi confermati, nei ricoveri e purtroppo anche nei decessi, seppur in numeri relativamente bassi.
Secondo l’ultimo bollettino dell'Istituto superiore della Sanità del 13 agosto, i decessi con Covid la scorsa settimana sono stati 10, un numero modesto ma comunque significativo - spiega la rivista - in un periodo in cui si pensava che la mortalità fosse quasi azzerata. Anche i ricoveri sono in aumento, con 649 posti letto occupati da pazienti Covid, di cui 22 in terapia intensiva. Questi segnali evidenziano che, nonostante la ridotta gravità rispetto alle fasi più acute della pandemia, il virus non è affatto scomparso e continua a circolare nella popolazione.
Mantenere sempre le giuste pracauzio
Le ipotesi dei contagi sono diverse e l'Associazione di epidemiologia dedica una attenta analisi in proposito, cercando di dare risposte il più possibile attinenti alla situazione attuale.
1. La crescita è solo apparente?
I dati sui contagi provengono quasi esclusivamente dai tamponi eseguiti in Pronto Soccorso. L’effettiva incidenza dei contagi è almeno 10 volte superiore a quella registrata. Tuttavia, il numero totale di tamponi giornalieri è diminuito — circa mille al giorno dallo scorso 1° luglio — escludendo che l’aumento sia dovuto a un maggior numero di test eseguiti. Questo fa pensare che la crescita registrata rifletta realmente un aumento dei contagi. Naturalmente nelle analisi non possono rientrare gli eventuali "tamponi fai da te".
2. Maggiori controlli per timore di altri virus?
Di recente si è parlato molto di altre infezioni emergenti come il virus West Nile, portato dalle zanzare. Potrebbe esserci stata una maggiore affluenza ai Pronto Soccorso per timore che i sintomi fossero dovuti a questi virus, ma la crescita dei casi Covid è stata continua e non coincidente con gli allarmi su altri virus. Inoltre l’andamento dei tamponi non supporta questa ipotesi.
3. Calo dell’immunità nella popolazione
Ormai i richiami vaccinali sono molto scarsi e la maggior parte della popolazione ha ricevuto la dose di richiamo diversi mesi fa. Tuttavia i dati Iss mostrano che il tasso di reinfezioni non ha subito variazioni rilevanti dall’inizio dell’estate, suggerendo che non ci sia un drastico calo dell’immunità protettiva recentemente. Va ricordato che i vaccini continuano a proteggere efficacemente dalla gravità della malattia, meno dal contagio.
4. Nuove varianti più contagiose?
Ad agosto prevalgono due varianti principali, NB.1.8.1 e XFG, denominate anche Nimbus e Stratus da alcuni virologi, con una possibile maggior contagiosità. Tuttavia non ci sono ancora evidenze certe in merito, e sul tema circolano anche molti dubbi scientifici. In passato l’annuncio di nuovi sottotipi più contagiosi non sempre si è tradotto in un aumento reale e prolungato dei casi.
I contagi da Covid nei mesi estivi sono ripresi
5. Maggior socialità e promiscuità estiva
L’estate favorisce l’aumento dei contatti sociali e con il caldo anche la frequentazione di locali chiusi con ventilazione condizionata, elementi che facilitano la trasmissione. Il confronto con i lockdown del passato serve a ricordare quanto la riduzione dei contatti fosse efficace per rallentare il virus. Oggi la diffusione può avvenire anche tramite contagio ambientale in spazi chiusi, non solo da persona a persona.
6. L’effetto del caldo estivo
Il Covid non sembra seguire con chiarezza la stagionalità influenzale e i dati dal 2019 a oggi mostrano che anche in estate la circolazione può crescere. È difficile distinguere l’effetto della temperatura da quello dei cambiamenti comportamentali dei cittadini. L’estate 2025 è simile ad altri anni in cui si è osservata una recrudescenza anche in pieno agosto.
7. Mancanza di precauzioni e senso di sicurezza eccessivo
Oggi molte persone trattano il Covid come un semplice raffreddore o influenza e sottovalutano il rischio di contagiare altri. Si assiste spesso a comportamenti irresponsabili, come andare a lavoro o a scuola con sintomi lievi o febbre, causando la diffusione del virus, soprattutto verso soggetti fragili. Secondo l'Associazione di epidemiologia, questo atteggiamento dovrebbe invece essere evitato e stigmatizzato.
8. Diffusione involontaria tramite asintomatici
I dati Iss di luglio 2025 indicano che oltre i tre quarti dei soggetti positivi sono asintomatici, una notizia positiva per la ridotta gravità ma negativa perché rende più difficile interrompere la catena del contagio, soprattutto senza un efficace contact tracing, ormai poco praticato e inefficace su larga scala.
Mantenere alta l'attenzione soprattutto per proteggere i più fragili
L'Associazione di epidemilogia, conclude con una serie di consigli seguendo come sempre il filone della prudenza e ricordando che il soggetti più a rischio sono sempre i fragili. Di seguito i consigli.
Chi è contagiato deve limitare al massimo i contatti per proteggere gli altri, soprattutto le persone fragili.
Gli individui a rischio dovrebbero considerare l’opportunità di un nuovo richiamo vaccinale.
La popolazione generale non deve abbassare completamente la guardia: il Covid non è sparito e una nuova recrudescenza è sempre possibile.
È importante mantenere una corretta informazione, evitando la falsa sicurezza che il Covid non sia più pericoloso.
Non solo Covid. L'Associazione ricorda che oltre al Covid continuano a circolare anche l’influenza stagionale e altre infezioni respiratorie. La prossima stagione autunnale e invernale potrebbe quindi rappresentare una sfida complessa per il sistema sanitario e per tutti noi. Rimane quindi cruciale osservare l’andamento epidemiologico con attenzione e adottare comportamenti responsabili per tutelare la salute individuale e collettiva. Cliccare qui per leggere il servizio completo.
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