Firenze
La Chimera nella nuova sala
Il Museo Archeologico nazionale di Firenze riapre le porte della Sala della Chimera di Arezzo in uno spazio completamente rinnovato che custodisce l’icona e il simbolo dell’arte etrusca. La scultura, iscritta al numero 1 nell’inventario del Museo, è appartenuta sin dal suo ritrovamento, avvenuto ad Arezzo il 15 novembre 1553, al futuro Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, diventando subito uno dei pezzi più emblematici e preziosi della collezione medicea.
Il nuovo allestimento è stato inaugurato mercoledì dal direttore del Museo Daniele Federico Maras insieme a Massimo Osanna, direttore generale Musei del MiC, Stefano Casciu, direttore regionale Musei nazionali della Toscana, e alle numerose autorità intervenute. Presente il vice sindaco di Arezzo Lucia Tanti. Il progetto è stato poi illustrato nei dettagli dall’architetto Luca Gullì, responsabile dell’Ufficio tecnico, dall’architetto Marco Magni, progettista dell’intervento, e da Barbara Arbeid e Claudia Noferi, archeologhe e curatrici del Museo. L’opera torna in esposizione in una nuova veste immersiva e dal forte impatto visivo, grazie a un accurato intervento affidato allo studio fiorentino di architettura Guicciardini & Magni, che lo ha realizzato insieme all’Ufficio tecnico e alle curatrici del Museo.
Il nuovo allestimento consente ai visitatori di guadagnare l’esperienza di un rapporto personale e suggestivo con l’opera – tutelata nella sua straordinaria delicatezza e fragilità – che oltre ad essere simbolo del Museo e della storia del collezionismo di Stato, racchiude in sé anche il ruolo di simbolo dell’unità culturale italiana, data la sua conservazione in quello che nel 1870 è stato istituito come Museo della capitale d’Italia – che a quell’epoca era a Firenze – primo museo archeologico nazionale dell’Italia unita. La statua di bronzo della mitica Chimera, la bestia dai tre corpi sconfitta dall’eroe Bellerofonte, domina il centro della sala poggiando sul basamento monumentale, realizzato da Goppion Spa, che ne esalta la potenza plastica e la tensione narrativa. Concepita come uno spazio teatrale capace di accogliere i visitatori e amplificarne l’emozione, la sala presenta quattro panche disposte in cerchio attorno alla statua etrusca che invitano a un’osservazione ravvicinata e contemplativa. Completa lo spazio espositivo un tendaggio scenografico – simile a un sipario teatrale – su cui è proiettata l’ombra della Chimera, che accentua il carattere solenne e meditativo dell’ambiente. Ad arricchire l’esperienza all’interno della sala, una vetrina sospesa custodisce tre piccoli bronzi etruschi, raffiguranti un grifone, il dio etrusco Tinia (Giove) e un giovane offerente, provenienti dallo stesso contesto in cui la Chimera fu rinvenuta. Il vice sindaco Lucia Tanti ha quindi rilanciato un auspicio già più volte condiviso dal sindaco Alessandro Ghinelli. “Mi auguro che la Chimera possa continuare a raccontare la sua storia non solo a Firenze, ma anche ad Arezzo, con quella periodicità che renderebbe pieno, vivo e condiviso il significato della sua identità”.
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