Salute
Il picco influenzale è previsto tra Natale e Capodanno
I casi di influenza in Italia sono in crescita sostenuta da diverse settimane e, secondo i sistemi di sorveglianza nazionali ed europei, la stagione ha già coinvolto milioni di persone. Nella settimana 49 del 2025 (periodo 1–7 dicembre 2025) le reti di sorveglianza integrate dell’Istituto Superiore di Sanità hanno registrato un’incidenza delle sindromi simil-influenzali superiore rispetto a periodi analoghi degli anni scorsi e tassi di positività elevati: nel report settimanale la quota di test positivi per virus influenzali nella comunità e nel flusso ospedaliero è stata segnalata intorno al 25–29%. Lo stesso monitoraggio indica una circolazione diffusa di diversi virus respiratori contemporaneamente (influenza, rhinovirus, adenovirus).
Secondo le stime nelle prime settimane della stagione i casi di infezioni respiratorie acute hanno raggiunto centinaia di migliaia di persone. L’indicatore di incidenza (Ili) è salito rispetto all’ordinario e in alcune Regioni del Nord è stato registrato il numero maggiore di casi. A livello europeo e nei dati italiani la quota maggiore dei casi riconducibili a virus influenzali è attribuita al tipo A, in particolare a sottotipi H3N2. I documenti tecnici e le comunicazioni pubbliche sottolineano che, anche se la corrispondenza tra vaccino stagionale e il sottogruppo dominante può risultare parziale, la vaccinazione continua a ridurre in modo significativo il rischio di malattia grave e di ospedalizzazione, specie nelle categorie a rischio.
Secondo le stime alla fine della stagione saranno stati circa 16 milioni i casi di influenza
I centri di sorveglianza europei e nazionali indicano che la stagione 2025-2026 è iniziata in anticipo (3–4 settimane prima rispetto alle ultime due stagioni) e che il picco di attività è atteso tra la fine di dicembre e i primi giorni di gennaio. In termini pratici, ciò significa che il periodo delle feste potrebbe cadere nel cuore dell’ondata influenzale, con conseguente aumento del rischio di trasmissione durante incontri familiari e spostamenti. Le autorità sanitarie invitano quindi a mantenere misure di prudenza per ridurre la circolazione (vaccinazione, isolamento dei sintomatici, buone pratiche igieniche). Rispetto alle stagioni immediatamente precedenti (2023–2024 e 2024–2025), l’anomalia principale è la partenza anticipata e la rapida salita dei casi: mentre in anni recenti il picco era più spesso rinviato tra gennaio e febbraio, quest’anno molte nazioni europee (e l’Italia) mostrano un’onda che arriva prima e con maggior impatto sui pronto soccorso e sui reparti di degenza per anziani. Diversi sistemi sanitari europei stanno già segnalando pressione crescente su ospedali e pronto soccorso; analoghi segnali sono presenti anche in Italia, con richiami istituzionali a potenziare la risposta territoriale e a favorire percorsi che limitino l’afflusso improprio in ospedale.
Proprio durante le feste di Natale il picco dei contagi
Secondo il più recente report settimanale relativo alla prima settimana di dicembre (1-7 dicembre 2025), in Italia circa 4 milioni di persone sono state stimate come affette da infezioni respiratorie acute (ARI), tra cui una quota significativa di casi riconducibili all’influenza stagionale. Nella singola settimana 1-7 dicembre sono stati stimati circa 695.000 nuovi casi di infezioni respiratorie acute. I dati precedenti di fine novembre segnalano che, nella sola settimana 24-30 novembre, circa 585.000 persone si sono ammalate di infezioni respiratorie, inclusa l’influenza. Ma quali sono le previsioni per tutta la stagione? Ribadito che il picco è atteso per la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, stando alle stime alla fine della stagione saranno stati circa 16 milioni i sintomi di sindromi simil influenzali, sarebbe un valore record rispetto alle stagioni precedenti.
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