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La storia

Cani fratelli abbandonati, trovati in un fosso nel fango: abbracciati e inseparabili fino alla fine

I due animali sono stati soccorsi e salvati dai volontari

Julie Mary Marini

29 Dicembre 2025, 14:35

Cani fratelli abbandonati, trovati in un fosso nel fango: abbracciati e inseparabili fino alla fine

I due cani sono stati salvati (foto realizzata con IA)

Due cani, fratelli inseparabili, anche davanti al rischio della morte. E' una bella storia di Natale quella che racconta il portale Il mondo di King. Nel fango, a pochi centimetri dall’acqua stagnante di un fosso, non c’era solo una storia di abbandono. C’era una scelta. Restare insieme. Quando i soccorritori li hanno individuati, non hanno visto due cani qualunque in difficoltà, ma due fratelli che avevano deciso, istintivamente, che separarsi non era contemplabile. Erano immobili, infreddoliti, incastrati nel fango fino al ventre. Eppure, in quella condizione estrema, avevano trovato il modo di stringersi l’uno all’altro, come se quel contatto fosse l’unica difesa possibile contro tutto il resto.

Non c’erano guaiti disperati, né movimenti inutili. Solo respiri corti e un abbraccio che parlava più di qualsiasi rumore. Uno dei due era allo stremo, il corpo ormai cedevole, le forze quasi finite. L’altro lo sorreggeva come poteva: il muso appoggiato al collo, le zampe strette attorno a quel corpo fragile, nel tentativo istintivo di scaldarlo, proteggerlo, trattenerlo alla vita. Un gesto semplice, primordiale, che raccontava una cosa sola: finché respiro, non ti lascio. Nemmeno quando sono arrivati gli esseri umani, con corde, coperte e parole rassicuranti, quell’abbraccio si è sciolto. Nessuno ha avuto il coraggio di dividerli. Sarebbe sembrato innaturale, quasi violento, interrompere una protezione che era diventata parte stessa della loro sopravvivenza. Così il recupero è avvenuto rispettando quel legame: con lentezza, con attenzione, lasciando che restassero uniti anche nel momento più delicato.

Durante il trasporto verso un luogo sicuro, i loro corpi sono rimasti accostati. La soccorritrice ha sollevato il cane più debole con la stessa cura con cui era stato custodito fino a quel momento, parlando a bassa voce, senza forzare nulla. È bastato quello. Entrambi ce l’hanno fatta. Oggi sono al sicuro, nutriti, seguiti nelle cure, ancora uno accanto all’altro, come se quel gesto iniziale non fosse mai finito davvero. Non è stata soltanto un’operazione di salvataggio riuscita. È stata la dimostrazione che, anche nelle condizioni peggiori, esistono legami capaci di resistere al freddo, alla paura e alla fatica. Un promemoria silenzioso: a volte, sopravvivere significa semplicemente non mollare chi hai accanto.

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