L'incidete
Le batterie a bottone (foto di archivio)
Ancora una bambina che ingoia una pila. Questa volta, per fortuna, si è salvata. Negli ultimi mesi, si è registrato un allarmante aumento dei casi di ingestione di pile a bottone da parte di bambini piccoli. Questo fenomeno ha destato preoccupazione tra i medici e le autorità sanitarie, che hanno lanciato ripetuti appelli ai genitori di prestare massima attenzione a questi oggetti potenzialmente mortali.
L'ultimo caso in ordine di tempo risale al 21 gennaio 2025. Una bambina di quasi due anni è stata trasportata d'urgenza all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze dopo aver accidentalmente ingoiato la pila a bottone. Fortunatamente, l'oggetto è riuscito a superare il tratto più critico, l'esofago, raggiungendo lo stomaco, dove non ha creato rischi immediati. Dopo due giorni, la piccola ha espulso naturalmente la pila ed è stata dimessa. Questo è il quarto caso simile in poco più di due mesi. A novembre, una bambina era purtroppo morta dopo che la pila si era bloccata nell'esofago, causando gravi danni meccanici e chimici. Le pile a bottone possono infatti provocare lesioni significative alle mucose e danneggiare vasi sanguigni vitali come l'aorta.
Le pile a bottone, comunemente utilizzate in giocattoli e dispositivi elettronici, rappresentano un serio rischio per i bambini. Quando ingerite, possono causare danni meccanici diretti alle pareti interne dell'esofago e dello stomaco. Se l'anodo e il catodo della pila si attivano, il danno può essere amplificato, portando a perforazioni e complicazioni potenzialmente letali. I medici avvertono che le lesioni possono manifestarsi rapidamente: già dopo due ore dall'ingestione, possono comparire ulcerazioni severe. Per questo motivo, è fondamentale che i genitori siano vigili e adottino misure preventive.
I medici del Meyer hanno ribadito l'importanza di tenere lontane le pile a bottone dai bambini. Tra i consigli forniti:
L'aumento degli incidenti legati all'ingestione di pile a bottone richiede una maggiore consapevolezza da parte dei genitori e della comunità. Solo attraverso la prevenzione e l'educazione si può ridurre il rischio per i più piccoli.
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