L'intervento
Sono particolarmente lieta e gratificata di festeggiare il 173° anniversario della Polizia ancora nella splendida città di Arezzo. Da aretina d’adozione, è ormai il mio terzo anno di permanenza in questa città e nella sua provincia, non finirò di dirvi grazie per il senso civico che dimostrate ogni giorno e per la collaborazione che fornite per mantenere la serenità e la tranquillità di una terra d’arte che non finirò mai di apprezzare. Tra pochi mesi lascerò questa città, ma, vi assicuro, manterrò l’attenzione alta fino all’ultimo giorno. Sono sempre più convinta che polizia, cittadini e istituzioni tutte, debbano fare rete per raggiungere importanti risultati di vivibilità.
La situazione nella provincia di Arezzo per l’ordine e la sicurezza pubblica è certamente migliore di tante altre province di pari livello con un “trend” di dati relativi ai reati in netto miglioramento, ma non basta. Devo, dobbiamo fare di più.
La società ci impone di alzare l’asticella del livello di sicurezza. Siamo impegnati in decisi interventi nei confronti della criminalità di strada, dedita a furti, scippi e a tutti quei reati che, anche se di minimale valenza penale sono maggiormente sentiti perché colpiscono le persone sulla propria pelle in maniera diretta, quindi particolarmente odiosi. Ma si affacciano nuove forme delinquenziali. Tra gli obiettivi primari vi è stato e rimane quello di fronteggiare e neutralizzare, con formule sempre più originali e dinamiche, condotte criminali che per il loro “modus operandi” spavaldo e spregiudicato sono portatrici di un grave allarme sociale, e mi riferisco ai furti organizzati in danno di ditte e famiglie orafe, alle baby gang e ultima ma non ultima per importanza la violenza di genere. Di questo siamo consapevoli e il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Clemente Di Nuzzo, che mi corre l’obbligo di ringraziare per l’attento e intelligente indirizzo svolto, sempre pronto a focalizzare le linee direttrici di una efficace condotta per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, alla quale la Polizia, in perfetta sintonia con le altre forze di polizia, ha inteso dare sempre la più fedele e sistematica applicazione. Il nostro motto recita: #essercisempre, che si traduce nella forza di un impegno civile. Ebbene questa affermazione racchiude senza “rinnegare” il passato, il nuovo, la convinzione di essere insieme forza di sicurezza e parte integrante di un paese in continua trasformazione nel preludio di un millennio che incominciamo a temere. L’emergenza pandemica è ormai alle spalle, ma oggi sono altre le preoccupazioni.
Le guerre che insanguinano il mondo intero e quella alle nostre porte. Insomma occorre fare qualcosa in più, occorre la forza per poter essere all’altezza dell’impegno cui i nuovi tempi ci chiamano, nei confronti della collettività. Collettività intesa non come entità astratta, ma come aggregazione di individui, uomini, donne, anziani, giovani, bambini – cittadini di diversa nazionalità e di diversa fede politica, a noi non ancora ben conosciute che pongono problemi inediti. Ed ecco che anno dopo anno, giorno dopo giorno, nuovi compiti vengono demandati alle forze di polizia. Anche la natura è mutata, è una realtà e non è possibile tornare indietro. Per non essere travolti, ciascuno di noi è chiamato a riflettere – solo un radicale processo di trasformazione, culturale prima, professionale e tecnologico poi, può permetterci di prevedere e organizzare gli eventi. E’ difficile e forse inappagante, procedere ad una elencazione di dati, senza sembrare retorici nel rimarcare il numero delle persone arrestate e di quelle denunciate a fronte dei reati consumati. Qualche breve cenno sulla nostra attività vorrei comunque farlo. Sono stati pitenziati i servizi di controllo del territorio che con l’ausilio di reparti speciali hanno consentito di raggiungere risultati apprezzabili con moduli operativi rimodellati sulle nuove esigenze. Incessante è stata l’attività informativa degli apparati investigativi presenti sul territorio.
Le donne e gli uomini della polizia di Arezzo a cui sono stati assegnati i riconoscimenti
Tra le indagini più significative, ho scelto l’arresto per omicidio preterintenzionale di un cittadino italiano per un reato particolarmente odioso e cioè una rapina e lesioni gravi ai danni di una donna anziana, brutalmente derubata nel centro di Arezzo, che poi, purtroppo, non ce l’ha fatta. Ed ancora l’arresto di un cittadino tunisino anch’egli resosi responsabile del reato di rapina e tentato omicidio perpetrato in un supermercato del centro cittadino. Due episodi che hanno destato molto clamore e preoccupazione.
Costante è stata l’attenzione sul fenomeno della devianza giovanile, con i conseguenti effetti in termini di commissione di reati. Continuiamo a essere presenti nel difendere il settore orafo, fortemente attaccato negli ultimi mesi e con cui abbiamo instaurato un rapporto di reciproca collaborazione che sta dando i suoi frutti. L’attività di intelligence poi costituisce il substrato di diverse indagini in atto che tendono ad allontanare dalla città e dalla provincia fenomeni criminali che potrebbero altrimenti diventare preoccupanti. Ed ancora la violenza sulle donne che esiste, anche se sotto traccia. Abbiamo investito molto nella formazione di tutti gli operatori del settore, finalizzata ad intercettare le condizioni di sofferenza delle donne e dei loro figli e delle persone comunque fragili. Però bisogna denunciare. Può denunciare un vicino, può denunciare un’amica o un amico, anche solo sentendo frammenti di discorsi in un bar, per strada; ogni spunto può essere determinante. Al riguardo vorrei rassicurare il cittadino e le donne che si rivolgono ad un ufficio di Polizia: con noi devono sentirsi al sicuro non solo dalla violenza, ma dal giudizio e dal pregiudizio. La divisione anticrimine è al vostro servizio. Esattamente un anno fa, grazie al sostegno di Soroptimist, abbiamo inaugurato in questura una sala d’ascolto.
I soggetti fragili potranno parlare dei loro disagi in un ambiente accogliente e colorato, che allontana dalla mente lo sterile e asettico ufficio di polizia. Da non trascurare l’attività amministrativa, tecnico logistica e di supporto, indispensabile per il buon andamento della questura. Ed ancora gli sportelli al cittadino: un solo dato, eloquente, riguarda il rilascio dei passaporti. Nel corso del 2024 il dato si è attestato a 15.763 rilasci. Nei primi mesi del 2025 siamo gia’ vicini ai 4.000 documenti; i passaporti vengono rilasciati nei termini di legge. Delicatissima, inoltre, l’attività presso gli sportelli dell’ufficio immigrazione che ha registrato nell’ultimo anno la trattazione di circa 17.000 pratiche. Il nostro mantra, comunque, è non abbassare mai la guardia, anzi cerchiamo e cercheremo sempre di migliorarci: i risultati ottenuti non possono che essere soltanto da sprone per non minimizzare alcun segnale negativo consapevoli che Arezzo e la sua provincia, a causa della sua visibilità e della sua appetibilità, meritano il massimo impegno e la massima professionalità. Se le leggi ci aiuteranno e i magistrati, ai quali va la mia massima stima e fiducia, ci saranno vicini come sempre, noi che abbiamo il primo impatto con le tristi realtà di un territorio, garantiamo e garantiremo con il consueto spirito di servizio il massimo sforzo e concreti risultati. Saremmo poi superficiali se non riconoscessimo coloro che, accanto a noi e con noi, con concrete forme di collaborazione, hanno operato: le istituzioni locali, le associazioni di categoria, le organizzazioni di volontariato, facendosi carico di quanto a loro compete e dando la possibilità in questa opera sinergica di svolgere al meglio il nostro difficile compito.
* Questore di Arezzo
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