Arezzo
Episodio scabroso negli spogliatoi
Il vapore nel locale docce della palestra, il rumore dello scroscio dell’acqua e il ronzio del phon acceso poi, all’improvviso, la mano morta. Che sfiora le parti intime di un giovanissimo cliente della struttura sportiva della città. Nudo, come del resto nudo l’autore del presunto atto sessuale. L’episodio è al centro di un procedimento penale che vede sotto accusa un medico di Arezzo, 39 anni, che sarebbe caduto in tentazione spinto dall’onda delle inclinazioni e ingolosito dalla circostanza. Erano soli tra panche, borse e accappatoi. Tutto da dimostrare.
Intanto il gup Claudio Lara ha fissato il processo davanti al tribunale di Arezzo in composizione collegiale. Udienza il 3 giugno. Pesante il capo d’imputazione che in questi casi, anche per un lieve toccamento, visto e considerato il tipo di reato (atti sessuali) e il fatto che la vittima non era ancora maggiorenne, può far scattare una condanna da 6 anni di reclusione in poi.
Il fatto risale al 16 novembre 2024. Il giovanissimo avventore della palestra ci rimase male e comunicò subito ai genitori, al fratello e alla fidanzatina quello che gli era capitato. Nell’udienza preliminare celebrata ieri, il ragazzo - nel frattempo ha compiuto i 18 anni - è parte civile con gli avvocati Tiberio Baroni e Simona Dolenti. Il medico era presente in aula ed avrebbe sostenuto una sua tesi parlando di equivoco, di un movimento fatto per aggiustare la doccia, di contatto fortuito, accidentale, senza malizia. A difenderlo sono gli avvocati Fabrizio e Valentina Castellano. Pubblico ministero che ha chiesto il rinvio a giudizio del dottore è il sostituto procuratore Laura Taddei. Caso delicato, senza testimoni, esito incerto.
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