Arezzo
Il deposito di via Cesti
Blitz dei carabinieri forestali e di Arpat nel deposito del Comune di Arezzo. Quello di via Cesti balzato di recente alle cronache per la presenza del Cavallo della Croce, opera di Gustavo Aceves che faceva parte della mostra Lapidarium del 2019, destinato ad una esposizione ad Agrigento. Ma l’accertamento dei militari guidati dal tenente colonnello Stefania Renzini riguarda altro, la presenza di materiali e detriti evidenziati proprio dalle immagini che erano circolate sui social. Gli inquirenti hanno così svolto giorni fa un accurato controllo nell'area che si trova presso gli uffici della manutenzione. Da palazzo Cavallo giunge la conferma dell’accesso nel deposito, da parte dei carabinieri nulla trapela sui contenuti. Non risultano provvedimenti di sequestro.
I riflettori su via Cesti e su questo luogo si erano accesi quando venne individuata l’opera che l'artista regalò alla città, con la clausola che fosse collocata in piazza San Francesco, vicino alla Legenda della Vera Croce. Nel frattempo, secondo quanto dichiarato all'epoca, avrebbe sostato su un basamento di cemento appositamente realizzato in piazza della Badia, dove però l'opera non è mai stata esposta. Poi le foto e la bufera sul fatto che fosse rimasta “abbandonata” nel deposito comunale. Era il 10 marzo quando su facebook Raul Dominici denunciò che il cavallo di Aceves giaceva – come riportato nel post - “nell'ammasso tra detriti, scarti e ferraglia”.
E ancora. “L'artista messicano regalò il soprannominato ‘Cavallo della Croce’ con gioia di tutti, compresi quelli che ora lo lasciano a marcire in una ‘discarica’ a cielo aperto, invece di trovargli una degna sistemazione che potrebbe essere una struttura pubblica, una piazza o perfino una rotonda. Alla faccia dell'amore per l'arte ed alla faccia della riconoscenza”. L'opera in realtà era in una sorta di parcheggio, richiesta in prestito da Agrigento, capitale della cultura 2025, dove ci sarà una mostra dedicata proprio all’artista Gustavo Aceves. Ma ancora il cavallo è lì, dove è stato immortalato dai cittadini.
Adesso il deposito è stato oggetto di questo sopralluogo da parte dei carabinieri forestali e di Arpat. Le indagini, partite da una segnalazione, sono appena all'inizio. Sotto la lente degli inquirenti la regolarità di certi accumuli temporanei di materiali, ferrosi o di altra natura, se in quel luogo devono esserci e per quanto tempo.
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