Il contributo
Gallorini con Mattarella
In occasione dei primi quarant’anni del Corriere di Arezzo mi sono andato a ricercare nel mio archivio i ritagli del giornale con i miei contributi ed è così riemersa una storia lunga e, per me, interessante, dove affiora in maniera evidente l’apertura del quotidiano aretino alle varie problematiche esposte dagli abitanti del territorio.
A parte alcuni articoli a firma dei redattori, che davano notizia di alcune mie ricerche storiche, si può dire che i primi contributi a mia firma siano usciti nel 1988, quando l’amministrazione comunale aretina dell’epoca voleva costruire un inceneritore a valle di Sant’Andrea a Pigli, in un’area caratterizzata da parecchie giornate nebbiose, con conseguente ristagno dei fumi. A Policiano si formò un comitato che contestava tale localizzazione anche con cortei di trattori fino alla città e trovò spesso ospitalità sul Corriere di Arezzo che pubblicò comunicati e prese di posizione a volte a firma mia: il progetto fu cancellato. Neppure due anni dopo iniziò un’altra contestazione a Castiglion Fiorentino, dove l’amministrazione voleva inserire in una variante al Prg un’area industriale per accogliere uno stabilimento per lo stoccaggio e lo smaltimento di sostanze pericolose; anche in quel caso il Corriere accolse e pubblicò articoli che esternavano le preoccupazioni della cittadinanza castiglionese. La faccenda finì con la cancellazione del progetto e con un processo che portò alla condanna di due amministratori castiglionesi.
Nell’ottobre 1991 scoppiò lo scandalo de “I Vivai” di Camucia. I lavori per una lottizzazione intercettarono una vasta e importante area archeologica. Invece di fermare i lavori, la proprietà continuò lo sbancamento distruggendo strutture appartenenti ad un tempio etrusco e portando in discarica 5.000 metri cubi di materiale archeologico. C’era il rischio che la vicenda venisse insabbiata ed era già evidente la reticenza di alcuni organi di informazione, ma i Gruppi archeologici di Castiglion Fiorentino (GAV) e di Cortona (GAC) trovarono nel Corriere di Arezzo lo strumento per far conoscere il caso a tutti e alla fine anche la magistratura si mosse: indagini, processo e condanna per gli imputati. Si mosse anche la Soprintendenza Archeologica che organizzò uno scavo nelle aree perimetrali risparmiate dallo sbancamento: i reperti ritrovati fanno bella mostra nel MAEC.
Altri momenti in cui è stata importantissima l’ospitalità sulle pagine del Corriere per comunicati e interventi di comitati da me preparati, sono legati alla variante al PRG di Arezzo, che prevedeva un grosso aeroporto tra Rigutino e Olmo nel 2004 oppure alla contestazione della trasformazione dello zuccherificio castiglionese in centrale a biomasse nel 2007. Entrambi i progetti sono falliti.
Non posso ovviamente dimenticare l’attenzione che il Corriere di Arezzo ha riservato ad alcune mie indagini su certi personaggi del passato dimenticati e riportati con fatica alla notorietà.
Posso raccontare di Baldassarre Audiberti, il pellegrino penitente che nella prima metà dell’Ottocento ricoprì di croci con i simboli della Passione la Toscana e alcune regioni limitrofe. Era il 2000 e resomi conto della vastità della ricerca, provai a pubblicare un articolo su Baldassarre sui giornali, terminando con l’invito ai lettori a inviarmi segnalazioni di croci e/o documenti. Il Corriere mi pubblicò l’articolo sia sull’edizione di Arezzo che in quella di Siena, contribuendo a farmi ottenere segnalazioni preziose dai lettori. Ogni progresso della ricerca sull’Audiberti ha trovato spazio sul giornale e così, quando nel 2016 per un’incredibile coincidenza riuscii a scoprire le vere origini di Baldassarre – che erano provenzali – fu per me naturale pubblicare la clamorosa notizia sul Corriere.
Altro personaggio di cui non posso fare a meno di parlare è Gianni Mineo, l’eroe bagherese che salvò 209 ostaggi dalla fucilazione nazista alla Chiassa nel giugno 1944. Era il gennaio 2011 e dopo aver tirato fuori dalle nebbie dell’oblio Mineo, proposi al Corriere un articolo per farlo conoscere ai lettori. Dopo pochi giorni dall’uscita mi chiamarono dal giornale segnalandomi alcune lettere dei lettori che chiarivano certi aspetti e aggiunsero Giuseppe Rosadi alla storia. Da lì partì la mia ricerca che mi portò all’uscita del libro “Vite in cambio”, all’intitolazione del Parco alla Chiassa a Mineo e Rosadi, a far conoscere la storia al Presidente Mattarella, alla Medaglia al Valor Militare per i due eroi, alla collaborazione del regista Alberto Negrin per arrivare ad una serie TV dedicata a Mineo e Rosadi (collaborazione che ci ha fatto arrivare primi ai “contributi selettivi 2019” della Direzione Generale Cinema per la sceneggiatura), al recente Docufilm di Simone Grazzi. Tutta questa lunga storia, che mi ha anche fatto vivere la grande emozione del primo incontro con il Presidente Mattarella nel 2019, è sempre stata raccontata sulle pagine del Corriere.
Anche la storia del comandante partigiano Edoardo Succhielli “Renzino” e di Civitella è stata narrata per anni sul Corriere di Arezzo, che ha seguito la pubblicazione del mio libro “La memoria riunita”, raccontando dello storico abbraccio tra Ida Balò – Presidente dell’Associazione “Civitella Ricorda” – e lo stesso Renzino alla presentazione del mio lavoro nella Sala dei Grandi. Anche questo libro mi ha procurato un incontro con il Presidente Mattarella a Civitella il 25 aprile 2024 ed il Corriere ha pubblicato una serie di miei articoli dedicati a vari personaggi legati alla strage di Civitella, fino al racconto del mio incontro con Mattarella nella Sala della Memoria.
Ho raccontato solo le storie più importanti che in questi anni mi hanno legato al Corriere di Arezzo, tante altre ne potrei narrare, ma credo che queste bastino e avanzino per essere grato a questo giornale, legato al territorio, attento alle varie problematiche, aperto ai contributi di tutti, coraggioso nell’ospitare e raccontare storie spinose che a volte hanno suscitato telefonate piccate, le quali però non sono mai riuscite a spegnere le luci dell’informazione.
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