Arezzo
Domenico Giani
Rivedo tanti momenti nei miei occhi”. A parlare è Domenico Giani, aretino, ex comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana ora presidente delle Misericordie d'Italia. A fianco di Papa Francesco nei primi anni del suo pontificato. “Tanti episodi nei miei ricordi - le parole di Giani - L'inizio del suo pontificato è stato particolare. Quando il Papa ha fatto quei gesti come andare a pagare l'hotel dove aveva alloggiato da cardinale, prima del conclave, piuttosto che andare subito a visitare la Vergine Salus Populi Romani alla Basilica di Santa Maria Maggiore. E poi i gesti di vicinanza ai malati, alle persone più poveri, più semplici. Quel gesto grandissimo che fece a Lampedusa, subito dopo la tragedia. E tanti altri momenti. Credo che lascerà questo segno, il segno della vicinanza del Papa al popolo e il segno della vicinanza del Papa soprattutto ai più fragili e ai più poveri”.
I ricordi riaffiorano e dipingono un Pontefice che amava stare in mezzo alla gente. “Credo che il Santo Padre negli ultimi giorni dopo che è tornato dal Policlinico Gemelli - prosegue Giani - abbia fatto quello che ha fatto per tutto il suo pontificato, cioè ritornare fra la gente, in mezzo alla gente. Le sue apparizioni in piazza San Pietro e alcune visite nella Basilica di San Pietro durante la Settimana Santa e poi ieri (20 aprile, giorno di Pasqua ndr il giro con la Papamobile è stato molto bello. Abbiamo visto che guardava la gente negli occhi e loro lo ricambiavano con grande rispetto e con grande venerazione. Credo che la gente abbia visto sì, un Papa sofferente, ma coraggioso come lo è stato fin dall'inizio del pontificato. Vicino al popolo che lui amava.”
Il Santo Padre ha voluto, durante il suo pontificato, compiere i suoi viaggi apostolici negli angoli più sperduti e dimenticati. Sempre dalla parte degli ultimi. Fu Domenico Giani ad accompagnarlo nel viaggio in Brasile. Non fu senza intoppi. L'abbraccio della gente che lo attendeva fu talmente caloroso, che l'auto (non un mezzo blindato, un'utilitaria, una Fiat Idea) rimase bloccata nel traffico a Rio de Janeiro. “La macchina che trasportava Papa Francesco - racconta Giani - rimase imbottigliata nel traffico. Problema poi risolto da tutti noi della Gendarmeria Vaticana.”
E poi quando il Papa raggiunse Lampedusa dove incontrò un gruppo di migranti e da una barca lanciò in acqua una corona di fiori, esortando ad impedire nuove stragi nel Mediterraneo. “Sì quello fu il primo viaggio in Italia - prosegue Giani - un gesto grandissimo che fece a Lampedusa dopo la tragedia. Ma ci sono tanti altri momenti, come l'apertura della Porta Santa. Credo che questo Papa lascerà un segno di vicinanza al popolo. Ai più fragili, ai più poveri e ai più deboli. E poi la forza della denuncia di queste tragedie e dei tanti bisogni dell'umanità.”
Domenico Giani nei suoi oltre 20 anni di guida della Gendarmeria Vaticana ha potuto servire anche altri Pontefici come San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ognuno il suo stile, ognuno la sua storia. Anche Bergoglio. “Sì come ho sempre detto - continua Giani - ogni Papa porta con sé uno stile, porta con sé il proprio carattere e la propria storia. Ogni pontefice, a suo modo, è stato vicino alla gente. L'ho ricordato proprio in questi giorni, nella ricorrenza dei 20 anni dalla morte di San Giovanni Paolo II. Papa Francesco portava con sé la sua storia personale, la storia dei suoi genitori e il fatto di essere migranti ed essere vissuti alla periferia del mondo, come lui ha sempre ricordato. E poi il fatto di essere un gesuita. Questo ha fatto di Papa Francesco, un pontefice della gente, per la gente e tra la gente.”
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