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IL CASO

Arezzo, Alessandro Beatrice: "Dubbi sulla morte di mia madre in ospedale. Ho chiesto di analizzare le cartelle cliniche"

Francesca Muzzi

27 Aprile 2025, 05:44

La famiglia Beatrice

Alessandro e Gabriella Beatrice

Un mese dopo la morte della mamma Gabriella Beatrice, i figli Alessandro e Claudia, sembrano segnati da un altro destino. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, sabato 26 aprile, per la rubrica “Era mio padre”, Alessandro accampa dubbi anche sulle cure che la mamma ha ricevuto all'ospedale San Donato. Dice: “E' morta per una polmonite, a nostro parere curata male. Entrava e usciva dall’ospedale. Anche per lei ci siamo rivolti agli avvocati, vediamo se ci sono gli elementi per un'azione legale”. Parole confermate anche al Corriere di Arezzo: “Per il momento - sottolinea Alessandro Beatrice - non ci sono denunce. Diciamo che le cartelle cliniche di mia madre sono al vaglio dei nostri legali. Vedremo”. Un'azione però Alessandro l’ha già fatta. Vale a dire ha scritto al direttore generale Marco Torre, all'assessore regionale alla sanità Simone Bezzini e ha inviato un messaggio anche al presidente della Regione Eugenio Giani. Beatrice scrive: “Volevo segnalare la situazione che c'è nel reparto di terapia intensiva, ho allegato foto e quanto altro perché chi di dovere prenda visione di alcune situazioni che riguardano alcuni funzionamenti della struttura”. Sembra un destino beffardo e assurdo questo della famiglia Beatrice che da quasi 40 anni combatte per avere giustizia sulla morte del padre, Bruno Beatrice, deceduto nel dicembre del 1987 a seguito di una leucemia provocata - ciò che ha sempre sostenuto la famiglia - da una dose massiccia di raggi Roentgen o raggi X che gli avevano prescritto quando giocava nella Fiorentina.

Anche in questo caso ci sono delle novità, perché la causa civile - quella penale è andata in prescrizione - potrebbe riaprirsi. “Sono emersi degli elementi nuovi - dice Alessandro Beatrice - che abbiamo ritrovato in una chiavetta. Inoltre il 12 maggio andremo a Roma, in piazza Cavour davanti al palazzo della Corte di Cassazione, per chiedere giustizia con lo striscione che abbiamo esposto anche in Regione, nella nostra battaglia siamo sostenuti dal presidente Giani, e che ogni anno i tifosi viola espongono in Curva Fiesole ‘Giustizia per Bruno Beatrice’. Siamo stati autorizzati, a farlo, dal questore di Roma Roberto Massucci”.

Una battaglia che proprio la mamma di Alessandro e Claudia aveva cominciato per un libro che aveva trovato, nel 1996, edito da Feltrinelli e che si intitolava “Cavie umane”, del 1971 dove c'era scritto che proprio i raggi Roentgen potevano provocare leucemie e tumori. Da allora la famiglia Beatrice non si è mai fermata. Ha suonato e bussato ad ogni porta dai vertici del calcio a quelli degli studi legali per cercare giustizia per il babbo che aveva appena 39 anni e una vita davanti a sé. E legato a Beatrice anche il ricordo di Papa Francesco. Nel maggio del 2023, il Pontefice scrisse una lettera in risposta a quella inviata alla famiglia Beatrice. “Sua Santità assicura un particolare ricordo di suffragio all’Altare per Bruno”, aveva risposto Monsignor Campisi dallo Stato Pontificio. Ora quella che potrebbe essere la nuova battaglia per la mamma, mentre non si fermerà mai quella per babbo Bruno.

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