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Castiglion Fiorentino

Papa Leone XIV, quel ponte di solidarietà tra gli aretini e i poveri del suo Perù

Luca Serafini

10 Maggio 2025, 09:09

Don Giuliano e Prevost

Don Giuliano e Prevost quando era in Perù

Quando è apparso in tv sul balcone delle benedizioni mi sono subito detto: ma io l'ho già visto...” Claudio Ferri, carabiniere in pensione, impegnato nel sociale con Solidarietà in buone mani di Castiglion Fiorentino, ha avuto un flash, poi il ricordo è riaffiorato meglio.

“Amici dal Perù mi hanno telefonato dicendomi che nel 2019, quando con l'associazione siamo stati a Sullana ed abbiamo portato degli aiuti, intervenne anche l'allora vescovo Prevost, oggi Papa. Quel giorno era in abiti civili. Noi eravamo ospiti del sacerdote, che ci fece visitare la cattedrale e ci ospitò. Con il vescovo fu un incontro rapido, non facemmo neppure delle foto o comunque non si ritrovano, ci dette una buona impressione ma non ci fu modo di approfondire”.

A quella missione peruviana presero parte anche altre persone di Castiglion Fiorentino e c'era don Giuliano Faralli, leader del sodalizio fondato nel 2002 dall'indimenticato padre Arturo Buresti. Tutto partì proprio con la tazza di latte per i bambini poveri del Perù. Poi una catena di solidarietà straordinaria, con il coinvolgimento di tanti cittadini e aziende di Castiglion Fiorentino e di Arezzo, che nel corso degli anni ha portato tanto aiuto nei luoghi più sofferenti del pianeta.

Raccolta da Buresti l'eredità di tanta spontanea mobilitazione per gli ultimi, e assunta la guida di Solidarietà in Buone Mani, don Giuliano Faralli ha portato avanti il progetto con concreta e slancio. E lo fa tuttora.

Nei prossimi giorni, il 23 maggio, l'auditorium del Centro Affari di Arezzo ospiterà la nuova edizione dello show Vinca il Peggiore, con Leonardo Pieraccioni, vecchio amico del sacerdote: i proventi andranno alla costruzione di una scuola in Sierra Leone. Una realtà positiva, questa associazione, che produce sostegni concreti, muove le coscienze e veicola flussi economici e di collaborazione.

“Sì, siamo stati nella diocesi del nuovo Papa, Chiclayo, quando era vescovo” riprende Ferri, che fa parte del consiglio dell'associazione, e per tre anni è stato in missione in Perù per l'Arma dei Carabinieri. A lungo ha lavorato nella polizia giudiziaria della procura della repubblica di Arezzo.

Quel viaggio avvenne a 20 anni esatti dalla prima spedizione della Onlus. Ad attendere don Giuliano e i suoi collaboratori c'era addirittura l'Ambasciatore italiano a Lima Giancarlo Maria Curcio che mostrò grande entusiasmo e considerazione per il lavoro in Perù di Solidarietà In Buone Mani.

L'ambasciatore, in sede ufficiale presso gli uffici diplomatici italiani nella capitale peruviana, consegnò all'associazione l'importante riconoscimento del Comites (Comitato degli Italiani all'Estero - Perù): il premio all'eccellenza conferito per “l'eccellente lavoro svolto e i brillanti risultati ottenuti nel campo sociale, esaltando la presenza italiana in Perù”.

La spedizione avvenne nel 12° anniversario dalla scomparsa di padre Arturo Buresti, ricorrenza attesa e vissuta con grande partecipazione e gratitudine verso il marista. Fu celebrata una messa di suffragio con oltre 1.500 ragazzi, a cui fece seguito la benedizione al cippo speciale realizzato in memoria di Padre Arturo Buresti. Fu un viaggio intenso, tanti volti, tanti incontri, opere, carità. E il gruppo sfiorò quello che sarebbe diventato il nuovo Papa.

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