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Arezzo

Il dipinto più forte delle bombe: la Madonna della Misericordia e Santi di Neri di Bicci. La storia e il restauro

Sara Polvani

28 Maggio 2025, 06:56

La tavola di Neri di Bicci

La Madonna della Misericordia di Neri di Bicci

Nella Sala delle Muse del Museo nazionale d'arte medievale e moderna è viene presentato oggi, mercoledì 28 maggio, alle 16, il restauro e il nuovo allestimento del dipinto del pittore fiorentino Neri di Bicci raffigurante La Madonna della Misericordia e Santi. La tavola fu commissionata all'artista nel marzo del 1457 ‘ab incarnatione' (1456 secondo il calendario fiorentino) dal cittadino aretino Michelangelo Asterelli e fu eseguita per la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Arezzo. La tavola risale al periodo giovanile della vasta produzione di Neri di Bicci, quando l'artista è ancora legato agli stilemi del padre Bicci di Lorenzo.

Il dipinto, gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale e già sottoposto a precedenti restauri, è stato oggetto di un nuovo intervento nel 2024. Questo recente restauro ha permesso di integrare le lacune grazie all'utilizzo di foto storiche. Inoltre, è stata realizzata una cornice che affianca il pannello centrale e la predella, riprendendo le indicazioni fornite dall'artista stesso nelle sue “Ricordanze”.

Come risulta dall'iscrizione e dalle “Ricordanze” redatto dallo stesso Neri di Bicci fra il 1453 e il 1475 (diario di botteg dell'artista), la tavola gli fu commissionata dall'aretino Asterelli. Le Ricordanze si conservano in originale a Firenze, Biblioteca della Galleria degli Uffizi, Manoscritti 2. La prima menzione a stampa si deve a Filippo Baldinucci. A lungo utilizzate come fonte per datare le opere di Neri, o per ricostruire la rete delle sue relazioni con committenti e artisti suoi contemporanei, solo nel 1976 si ebbe la prima edizione completa, curata da Bruno Santi.

Dal documento si evince la somma stabilita per l'opera, cento fiorini, e le dimensioni della tavola, alta 4 braccia e mezza e larga 4. Essa fu eseguita appunto per la chiesa di Santa Maria delle Grazie, della quale viene ricordata la fondazione nelle storie narrate nella predella della tavola; nel 1428 San Bernardino da Siena si recò in processione col popolo nel luogo ove era la sorgente detta Fons Tecta, sede di culti pagani, con l'intento di distruggerla ed eliminare quindi i culti erigendovi al suo posto la predetta chiesa dedicata alla Vergine (Maetzke, 1987).

Questa tavola fa parte di un cospicuo numero di tavole eseguite da Neri di Bicci, che dopo la morte del padre avvenuta nel 1452 presso il quale avvenne la sua formazione, iniziò la sua attività autonoma. La tavola risale al primo periodo della sua vasta produzione, quando è ancora legato agli stilemi del padre; questa opera si affianca stilisticamente al trittico con l’“Ascensione” conservato nella Galleria dell'Accademia di Firenze, e alla pala del Museo diocesano di San Miniato al Tedesco datata 1452. Le sue opere successive sono il risultato dell'elaborazione del proprio stile, aggiornandosi con quello dell'Angelico, del Lippi e del Gozzoli (Salmi, 1974). L'ingresso è libero fino a esaurimento posti.

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