Arezzo
Momento delicato per il distretto dell'oro
L'export cresce anche nel primo trimestre del 2025, di quasi il 12%, ma il settore della gioielleria ha subìto un calo forte, -22,8%, dopo diversi trimestri di crescita sostenuta del mercato turco. È in questo settore cardine per il territorio che sono aumentate anche le richieste di cassa integrazione, oltre alla moda. E poi ci sono dazi americani a preoccupare non poco. Come se non bastassero i conflitti internazionali e il prezzo del metallo alle stelle.
È la fotografia scattata all'economia aretina nel corso della Giornata dell'Economia 2025, che ieri è stata ospitata alla Borsa Merci di Arezzo, organizzata dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena in collaborazione con Banca d'Italia.
“Lo scenario che si sta prospettando per il breve e medio periodo, secondo le previsioni elaborate per noi da Prometeia - ha evidenziato Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena - è estremamente incerto. L'economia statunitense potrebbe affrontare, a causa delle politiche dei dazi, conseguenze negative, tra cui un aumento dei prezzi interni che porterebbe a una diminuzione dei consumi. Si prevede inoltre un rallentamento degli investimenti aziendali, con conseguenti tensioni sul mercato del lavoro”.
Nel 2024 le esportazioni della provincia di Arezzo si sono attestate a circa 15,6 miliardi di euro, 4,9 miliardi in più rispetto al 2023 (+45,6%): forte spinta della gioielleria ed oreficeria (+4,2 miliardi, +119,3%) e dei metalli preziosi (+743 milioni, +18,2%), in parte aiutata dall'aumento del prezzo dell'oro (+22,9%). Nonostante i segnali di crisi, anche il comparto della moda chiude in positivo il 2024: +23 milioni sul 2023 (+3,3%).
“L'export provinciale - prosegue Guasconi - nel primo trimestre 2025 ha fatto segnare una crescita significativa attestandosi a 3 miliardi e 941 milioni di euro, con un aumento dell'11,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Al contrario, il settore della gioielleria ha subito un calo del -22,8% dopo diversi trimestri di crescita sostenuta.”
E proprio l'oro sta facendo i conti con la continua oscillazione del prezzo del metallo e con la difficile situazione geopolitica. Le aziende tengono, ma stanno facendo ricorso alla cassa integrazione per il rallentamento produttivo. A soffrire è in particolare l'oreficeria.
È stato il segretario generale della Camera di Commercio di Arezzo e Siena a scendere nel dettaglio. “La cassa integrazione autorizzata nel primo trimestre 2025 sfiora il milione di ore ed è in flessione del 33,6% rispetto al 2024 (dato generale ndr) - afferma Randellini - si evidenziano segnali di criticità nei comparti moda e oreficeria. Per l'abbigliamento sono state autorizzate 51,348 ore (+323%), per la pelletteria: 300,602 ore (+50%) e per mobili-altre industrie (categoria che contiene la gioielleria ndr) abbiamo 86,122 ore (+203%). In calo invece gli altri settori.”
Oltre al prezzo del metallo e alla difficile situazione geopolitica, sono i dazi di Trump a preoccupare il mondo orafo e non solo.
“I dazi hanno creato uno stallo nelle transazioni - afferma Randellini - perché ovviamente i nostri importatori attendono l'esito di questa trattativa e quindi hanno fatto un buon approvvigionamento all'inizio dell'anno e adesso sono in una fase di attesa. Questa modalità di incertezza penalizza il settore orafo in particolarmente perché fortemente vocato all'export”.
Alla Giornata dell'Economia anche le categorie economiche.
È Luca Parrini, presidente della consulta orafa aretina, a rappresentare tutte le preoccupazioni del principale settore economico aretino. “Siamo a fianco delle aziende e cercheremo di supportarle in tutti modi - ha detto Parrini - affiancandone nelle richieste di cassa integrazione. In questo momento il sistema tiene. Certo vengono a mancare mercati che sono di vitale importanza, impossibili da sostituire”.
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