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Arezzo

Tentato omicidio con l'acido o sbadataggine? Assolto (rischiava 8 anni) l'uomo accusato di essere un avvelenatore

Sentenza a sorpresa nel processo per il giallo dell'autolavaggio di Monte San Savino

Alessandro Cherubini

18 Giugno 2025, 06:13

Francesca Marolda

L'avvocato Francesca Marolda ha difeso l'imputato

Assolto dall'accusa di tentato omicidio con l'acido. Rischiava 8 anni di carcere, tanti ne aveva chiesti il pm nel processo sul giallo dell'autolavaggio di Monte San Savino. Il 35enne pakistano accusato di aver avvelenato un connazionale, 28 anni, per dissidi economici esce pulito dal giudizio. Il giudice Giulia Soldini ha infatti stabilito che “il fatto non sussiste”, accogliendo la ricostruzione della difesa che ha sempre sostenuto la natura accidentale dell’incidente, nonostante la procura avesse chiesto la condanna rappresentando un'azione dolosa volta ad eliminare l'avversario. Per il giudice non ci sono le prove a sostegno di tale ricostruzione.

La vicenda ha origine nel giorno di Ferragosto del 2024, quando un giovane operaio fu soccorso in condizioni gravissime all’interno di un'attività per lavaggio auto. L’uomo aveva ingerito una miscela corrosiva non meglio precisata, utilizzata per la pulizia delle macchine, e fu trasferito d’urgenza prima all’ospedale di Arezzo, poi al centro specializzato a Pisa, dove rimase ricoverato per giorni.

Inizialmente l’ipotesi era quella di un tragico errore: si pensava che l’operaio, assetato per il caldo, avesse confuso una bottiglia d’acqua con quella contenente l’acido. Ma la testimonianza della vittima e le indagini degli inquirenti portarono a una svolta: secondo la procura, il 35enne lo avrebbe aggredito, colpito con un bastone, manico di scopa, e costretto a bere il liquido, forse per questioni legate a un prestito di 8 mila euro e a un progetto lavorativo naufragato.

Il processo, celebrato con rito abbreviato, ha visto la difesa – rappresentata dagli avvocati Francesca Marolda e Federico Bonechi – smontare la tesi accusatoria. Gli elementi chiave portati nel processo sono stati evidentemente efficaci, anche se saranno le motivazioni del giudice a spiegare come si è arrivati all'assoluzione.

Le ustioni, è stato evidenziato, erano localizzate solo nel cavo orale e nell’esofago, senza altre lesioni compatibili con una colluttazione. Nessuna traccia di bastonate, nonostante la vittima avesse raccontato di essere stata colpita. La presenza di taniche e bottiglie d’acqua nell’autolavaggio, alcune delle quali usate per travasare liquidi, ha rafforzato la possibilità di un errore nel bere dalla bottiglia sbagliata. Alcune conversazioni registrate tra i due colleghi e analizzate dagli inquirenti hanno sollevato dubbi sulla ricostruzione della vittima.

Finita qui? Alla luce delle motivazioni, disponibili entro 90 giorni, la procura valuterà se impugnare la decisione e ricorrere in appello. Il 28enne che riportò le lesioni da acido era parte civile con l'avvocato Marco Gnalducci. Intanto, tra gli interrogativi, il caso si chiude con un primo pronunciamento: nessun tentato omicidio.

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