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Il caso

E' madre dei due gemelli anche se non li ha partoriti. Sentenza sulla doppia genitorialità

Il caso delle mamme di Anghiari, concessa l'adozione a quella non "biologica". I giudici valutano "l'interesse primario dei minori"

Luca Serafini

23 Luglio 2025, 20:07

E' madre dei due gemelli anche se non li ha partoriti. Sentenza sulla doppia genitorialità

I due gemellini di Anghiari ora hanno il cognome di entrambe le mamme: quello di Arianna, che li ha partoriti e quindi è stata riconosciuta subito dallo Stato come madre, ma anche quello di Eleonora, che li ha generati con fecondazione eterologa assistita (non consentita in Italia), per poi attuare il trasferimento embrionale sulla compagna.

È stata depositata la sentenza del Tribunale dei minori di Firenze che accoglie la richiesta di adozione della mamma esclusa. Un successo per la coppia, per l’avvocato Ramona Borri che assiste le due donne in un terreno normativo ancora non facile, ma soprattutto - come scrivono i giudici - una decisione presa nell’interesse principale dei minori.

Il caso era stato presentato a Firenze nel 2023 dopo che il tribunale di Arezzo aveva negato ad Eleonora lo status di mamma, per il vulnus nelle leggi nonostante i pronunciamenti della Corte Costituzionale su casi analoghi.

Ora viene affermata per le due donne la parità nel ruolo di madre. Entrambe hanno concorso alla nascita dei gemelli, che lo scorso 14 giugno hanno compiuto 3 anni. Nacquero al San Donato dopo il transfer embrionale in Spagna e la gestazione in Valtiberina.

Il Comune di Anghiari dovrà adesso recepire quanto stabilito dal tribunale dei minori rispetto all’“adozione in casi particolari”, inserendo il secondo cognome a fianco del primo, completando le generalità dei bambini. Un aspetto non di forma, ma di sostanza, con riflessi pratici su vari aspetti che vanno da quelli ereditari agli adempimenti civili, alle cure sanitarie.

Le due donne, unite civilmente, sono mamme alla pari. Cioè quello che hanno sempre sentito di essere. Adesso è scritto nero su bianco ed è quello, a sentire chi conosce bene la famiglia arcobaleno, che quotidianamente viene sperimentato dai loro figli.

“L’adozione - scrive Silvia Chiarantini, presidente del tribunale fiorentino, in un passaggio - realizza il preminente interesse dei minori”. L’adozione viene riconosciuta, non per accontentare un capriccio degli adulti ma proprio per tutelare e garantire i bambini.

“La soluzione prospettata - si legge ancora - appare rispondere maggiormente all’interesse dei minori, già inseriti all’asilo e con contatti sociali”. E ancora, i giudici rilevano come oggi “le funzioni genitoriali stiano subendo una notevole evoluzione culturale e sociale nella direzione della interscambiabilità dei ruoli, tanto da far ipotizzare che tale funzione non sia più tanto legata alla identità di genere del singolo genitore quanto piuttosto ad un serie di funzioni che interagiscono con il mondo psico affettivo del bambino, svolte dalle diverse figure di riferimento a prescindere dall’appartenenza ad un sesso piuttosto che all’altro”.

Si legge sempre in sentenza: “Si può affermare che l’adozione da parte del compagno/a omosessuale corrisponda a quell’interesse superiore del minore che contempla il suo diritto a vedere riconosciuto giuridicamente il legame con un altro adulto, che condivida insieme al proprio genitore biologico una responsabilità genitoriale”.

Mamme tutte e due, quindi. Anche se una biologica e l’altra adottiva. Per essere riconosciute entrambe biologiche, lo Stato deve muoversi dopo che l'articolo 8 della legge 40 del 2004, afferma la Corte Costituzionale, “è costituzionalmente illegittimo nella parte in cui non prevede che pure il nato in Italia da donna che ha fatto ricorso all'estero, in osservanza delle norme ivi vigenti, a tecniche di procreazione medicalmente assistita, ha lo stato di figlio riconosciuto anche della donna che, del pari, ha espresso il preventivo consenso al ricorso alle tecniche e alla correlata assunzione di responsabilità genitoriale”.

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