La storia
La Cucina di Rassy, il locale alla Rassinata
Vanno controcorrente in un mare tutto verde. Sì, tra i boschi di Santa Maria alla Rassinata, Francesca e Maurizio hanno deciso di vivere e di investire. Anche se questo è un posto fuori dal mondo, a 28 chilometri e a tante curve di distanza da Arezzo. In breve tempo hanno rivitalizzato il borgo che rischiava l'oblio e hanno dato la scossa a tutto il circondario.
Moglie e marito, sono i nuovi gestori del locale storico della montagna aretina, l'ex ristorante Gallo Nero, riaperto a dieci anni di distanza dalla chiusura che sembrava definitiva.
“Mi sono innamorata di questo posto appena l'ho visto e con Maurizio ci siamo messi al lavoro per ristrutturarlo”, ci dice Francesca, all'inizio di una nuova giornata in mezzo alla natura incontaminata. Le uova appena fatte dalle galline, le laboriose api, i cani e tutto il resto della variegata fattoria. Prima Francesca faceva l'agente immobiliare, poi la svolta.
“Due settimane fa abbiamo aperto La Cucina della Fattoria, il locale che riprende la tradizione che esisteva quassù nata intorno alla bottega. La cucina affianca la Fattoria di Rassy e la nostra attività di accoglienza, con 6 posti letto. Produciamo e vendiamo miele, olio, zafferano, ortaggi. Coldiretti, che ringrazio, ci è stata a fianco”.
Siamo appena al risveglio di un'oasi addormentata. Ma i primi segnali sono incoraggianti. “Chi è venuto da noi si è trovato bene, il luogo è caratteristico, ricco di storia e di storie. Aia buona, sapori. Proponiamo anche la conoscenza diretta del mondo delle api, in sicurezza con tute e protezioni, e prossimo progetto è la creazione di un luogo ad hoc dove il visitatore potrà rilassarsi al ronzio delle api e respirare l'aroma della propoli, l'aromaterapia: un'esperienza sensoriale ed olfattiva rigenerante”.
Intanto la Cucina della Fattoria di Rassy (Rassy è diminutivo di Rassinata e nome del cane randagio che la coppia ha adottato qui) ha suscitato curiosità ed entusiasmo a partire dagli abitanti della zona, incastonata nell'ultimo lembo di provincia di Arezzo prima del confine con Città di Castello. Mettendo insieme tutte le case sparse si arriva a 100 persone, tra cui diversi stranieri. In zona abita il noto imprenditore Piero Mancini, originario di qui, l'ultimo presidente dell'Arezzo a portare gli amaranto in serie B.
“Abbiamo coinvolto due signore della zona, di 67 e 72 anni, che ora lavorano per noi nel locale e sono felici di vivere una seconda giovinezza”, aggiunge Francesca. Taglieri ricchissimi, tartufo, carbonara, ragù, affettati e carne alla brace, sono le specialità a chilometro zero della casa. Apertura venerdì e sabato sera e la domenica pranzo e cena.
“Io sono originaria della Liguria, La Spezia, ma vivevo a Firenze e amavo trascorrere periodi dai nonni nella zona di Certignano, Castelfanco di Sopra. Quando sono venuti a mancare e la proprietà è stata venduta, circa sei anni fa, ho cominciato a cercare un angolo di Toscana dove vivere in campagna. E con Maurizio, che è di Firenze, siamo arrivati qui. E' stato amore a prima vista.”
Dagli alloggi degli ospiti al ristorante ci sono trecento metri che gli ospiti fanno a piedi o in bici. Un essiccatoio delle castagne è stato riadattato e un annesso pure, sempre in chiave ricettiva. C'è ancora da lavorare, certo. La piscina funziona ed è adagiata in una bella terrazza tra i rilievi. L'anno prossimo sarà rivestita in legno. “Ridare valore a questi luoghi è la scommessa che portiamo avanti. Ce la mettiamo tutta.” Un mare verde dove oltre ai prodotti tipici della zona sono possibili variazioni sul tema. “A Ferragosto” annuncia Francesca “quassù il menu sarà a base di pesce”.
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