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Il caso

Truffa del curriculum, la promessa di un lavoro per spillare soldi e informazioni. Ecco come funziona e come difendersi

Julie Mary Marini

22 Agosto 2025, 14:34

cellulare

Attenzione alla truffa del curriculum

"Abbiamo ricevuto il suo curriculum...". Inizia così una telefonata che negli ultimi mesi abbiamo ricevuto più o meno tutti. Nella sagra della truffa, quest'anno è senza dubbio il tentativo più insidioso, che cerca di sfruttare la vulnerabilità di chi è alla ricerca di un impiego. Il meccanismo è tanto semplice quanto, purtroppo, efficace: la vittima riceve una telefonata, spesso con messaggio preregistrato, che annuncia con tono rassicurante “Abbiamo ricevuto il tuo curriculum”. Una frase capace di attirare l’attenzione di chi, magari da settimane o mesi, sta inviando candidature a diverse aziende. A quel punto viene chiesto di spostare la conversazione su WhatsApp, un terreno apparentemente più informale e dunque meno sospetto.

Una volta entrati in contatto via chat, i truffatori si presentano come selezionatori o rappresentanti di aziende, costruendo un racconto credibile che induce la vittima a fidarsi. La comunicazione prosegue con l’invio di link a moduli da compilare, che in realtà servono a raccogliere dati personali o a diffondere malware. In altri casi, il passo successivo consiste nell’offrire presunte opportunità di investimento online, promettendo facili guadagni e spingendo la vittima a versare somme di denaro. La promessa di un impiego diventa così l’esca per sottrarre informazioni sensibili o addirittura risparmi. La truffa ha avuto una diffusione tale da richiedere segnalazioni e avvisi ufficiali. Le prime denunce risalgono a marzo 2025, poi via via si sono diffuse e moltiplicate. Secondo gli esperti il successo di questa truffa risiede nella capacità di sfruttare due leve emotive molto potenti: la speranza di trovare un’occupazione e la familiarità con uno strumento quotidiano come WhatsApp. La promessa di un colloquio, unita alla fretta di non perdere l’occasione, induce molti a cliccare su link sospetti o a condividere dati senza la prudenza necessaria. C'è da dire che questo tipo di truffa ha funzionato molto bene inizialmente, poi man mano che si diffondeva la notizia sono via via diminuite le persone beffate. 

Gli avvertimenti dagli osservatori di cybersicurezza insistono comunque su un punto fondamentale: nessuna azienda seria chiede informazioni riservate o versamenti di denaro attraverso messaggi informali. La cautela, in questo caso, è l’unica vera difesa. Verificare sempre l’identità del contatto, evitare di cliccare su link sconosciuti, non fornire documenti o dati sensibili senza aver prima accertato l’affidabilità dell’interlocutore sono comportamenti che possono fare la differenza tra una candidatura autentica e una trappola. Il fenomeno della truffa del curriculum rappresenta l’ennesima dimostrazione di come i criminali informatici sappiano adattarsi ai contesti sociali, sfruttando debolezze collettive e bisogni reali. Colpiscono dove la gente è più vulnerabile, in questo caso la ricerca di lavoro, trasformando una speranza in un rischio. Per questo motivo, oltre alla prudenza individuale, diventa essenziale la diffusione di informazioni e campagne di sensibilizzazione, affinché nessuno debba confondere una falsa opportunità con una possibilità di riscatto.

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