L'omicidio
Il delitto di San Giovanni Valdarno
Una perizia psichiatrica stabilirà se Giuseppina Martin era nel pieno delle capacità mentali quando, nella notte tra 8 e 9 marzo 2025, strangolò con un foulard la madre 93enne, Mirella Del Puglia, che dormiva sul letto, in camera, nell'appartamento di via Fermi. L'ex dipendente comunale di San Giovanni Valdarno, 66 anni, avvisò i carabinieri, fu arrestata e da allora è rinchiusa nel carcere di Sollicciano per l'omicidio aggravato dal rapporto di discendenza madre-figlia con la vittima. Il riconoscimento di un eventuale vizio di mente, anche parziale, può modificare in modo sostanziale l'esito del processo. Sarà il giudice delle indagini preliminari di Arezzo, Claudio Lara il prossimo 8 settembre a conferire l'incarico a uno specialista che svolgerà l'esame sulla signora, oltre ad acquisire tutta la documentazione sanitaria.
Esasperata per la convivenza con la madre, resa complicata dai problemi di salute (inizio di Alzheimer) e dell'età, quella notte Giuseppina mise in atto l'iniziativa omicidiaria. A difenderla è l'avvocato Alessia Ariano. È stata lei a chiedere la perizia come incidente probatorio: la relazione, una volta depositata, avrà valore di prova nel procedimento penale. In linea teorica, per quanto incensurata, la 66enne rischia il massimo della pena. Ma il riconoscimento di un disturbo del quale soffriva quando uccise alleggerirebbe la posizione della 66enne.
La Martin è in custodia cautelare perché ritenuta ancora potenzialmente pericolosa e quindi in grado di reiterare reati. La perizia dovrà appurare se pericolosità e rischio di reiterazione permangono. Una richiesta di domiciliari presentata nella prima fase è stata respinta. L'avvocato Ariano, che ha un perito di parte, produrrà anche la relazione del carcere. A Sollicciano la donna, tra sofferenza e vuoti di memoria, ha anche accusato un malessere. Il fascicolo del pm potrà essere chiuso solo dopo questa ricerca, determinante in un omicidio senza reale movente, a parte lo stress accumulato per assistere la mamma anziana, con gli esordi dell'Alzheimer che stavano minando il rapporto madre e figlia.
La difesa della signora Martin ha anche individuato una comunità a Firenze dove poter trasferire la donna, ai domiciliari.
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