Il caso
Nessuna svolta dalle nuove indagini
Delitto di Garlasco, nessuna svolta. Non è arrivata la rivelazione che molti attendevano. La nuova consulenza scientifica sull’omicidio di Chiara Poggi, per ora non avrebbe ha portato alla luce indizi clamorosi. E' l'anticipazione pubblicata dall'agenzia Agi che spiega che la sofisticata tecnica della Bloodstain Pattern Analysis (Bpa), ovvero lo studio delle tracce di sangue, delle loro forme e distribuzioni, per provare a raccontare la dinamica di un delitto, non avrebbe fornito alcuno spunto per pensare alla presenza di una seconda persona sul luogo del delitto. L'analisi era stata disposta dalla Procura di Pavia ed eseguita dal comandante del Ris di Cagliari, Andrea Berti. I risultati sono stati depositati oggi, martedì 16 settembre.
Lo scorso 9 giugno gli esperti dell’Arma erano tornati in via Pascoli, nella villetta dove Chiara fu uccisa il 13 agosto 2007. Questa volta la scena era stata osservata con strumenti mai usati prima: laser, droni, scanner in grado di ricostruire l’ambiente in 3D, come in un film investigativo. Un passo avanti tecnologico che però sembrerebbe non aver scalfito i contorni di una vicenda che già aveva portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di carcere.
Gli investigatori avevano concentrato l’attenzione su un punto preciso: la parete destra della scala, dove comparve la famigerata “impronta 33”, attribuita in passato ad Andrea Sempio. Una traccia che negli anni ha alimentato scontri tra consulenti e controconsulenti, sollevando dubbi e contestazioni da parte della famiglia Poggi e della difesa dello stesso Sempio. Neppure con le nuove tecnologie, la scena del crimine non ha voluto parlare. O meglio: ha ripetuto ciò che già si sapeva. Nessuna svolta, nessun dettaglio diverso. L'Agenzia Agi spiega che "non ci sarebbe, stando a quanto trapela, nulla che farebbe pensare a un secondo killer".
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