Stop ai lavori
Cantiere di via Fabio Filzi: c’è lo stallo totale. Situazione sempre più ingarbugliata. Tanti i nodi da sciogliere per poter rimettere in moto il cantiere se mai il progetto di realizzazione della nuova caserma della polizia municipale riuscisse a decollare. Adesso il confronto tra Comune di Arezzo e proprietà (Banca Iccrea) va avanti a carte bollate mentre le fondamenta restano piscine a cielo aperto.
“I margini per uscire dal pantano metaforico e non solo, sono sempre più ristretti - commenta l’assessore comunale alle opere strategiche Marco Sacchetti - Sono molti i nodi da sciogliere e la trattativa avviata per tentare di acquisire la proprietà dell’immobile si è interrotta”. Contatti che si sono raffreddati perché c’è troppa differenza tra quella che potrebbe essere l’offerta e invece quanto il raggruppamento di imprese e la banca intendono realizzare dalla cessione dell’area. Una differenza quindi tra domanda e offerta che ha portato a far arenare la trattativa. A creare la situazione di stallo quindi pare sia stata la discrepanza nel raggiungere la cifra congrua a far tornare l’ex asilo di Fabio Filzi e il resede dove insistono le fondamenta della nuova costruzione nella proprietà dell'amministrazione comunale.
Nel frattempo resta una piscina a cielo aperto con tutto quello che comporta anche dal punto di vista igienico sanitario. Continuano infatti ad alzarsi le lamentele di chi abita nella zona, con i residenti stanchi di avere come vicini di casa l’incuria e il degrado. Quella che sarebbe dovuta essere un’operazione mirata a recuperare l’area e riqualificare la zona ha finito per rappresentare l’ennesimo problema su Saione. Ancora quindi una battuta d’arresto sul futuro dell’ex asilo dove dal 2019 si attende il recupero. Sei anni non sono bastati a chiudere una vicenda avviata con il leasing in costruendo messo in crisi dal caro materiali e da tante altre vicissitudini. Vanificato anche il tentativo fatto in extremis di tentare di proseguire con il leasing in costruendo sostituendo il soggetto esecutore. C’è stata quindi la risoluzione del contratto nella sua interezza aprendo la strada a quella che sarebbe potuta essere l’azione conclusiva per mettere la parola fine a una vicenda infinita, ovvero procedere con l’acquisizione dell’immobile da parte dell’amministrazione comunale per poi bandire un appalto e realizzare un progetto in quel contesto per arrivare a una meta. Meta che appare lontana e sempre più difficile da raggiungere.
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