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L'APPELLO

Arezzo, si cercano trenta famiglie per ospitare bambini ucraini tra novembre e gennaio

Francesca Muzzi

03 Ottobre 2025, 05:59

Un'immagine dall'Ucraina distrutta

Un'immagine dall'Ucraina distrutta

Trenta famiglie per due progetti. Ma se fossero anche di più, i bambini che dall’Ucraina arriverebbero in Italia sarebbero, ovviamente, di più. Appello dell’associazione Puer Odv per due progetti che scattano a novembre e a dicembre.

L’associazione Puer è la stessa che nel luglio scorso chiese aiuto per l’accoglienza di una bambina, Anna, che all’ultimo momento si ritrovò senza una famiglia italiana che potesse ospitarla per un mese. Perché l’associazione fondata nei primi anni Novanta fa questo: cioè regala, grazie alle famiglie italiane che si rendono disponibili, un periodo di serenità e soprattutto di normalità ai bambini in difficoltà o che abitano in zone di guerra, come l’Ucraina. E adesso dopo il periodo estivo, arriva quello invernale e soprattutto legato alle feste di Natale.

I bambini che arriveranno ad Arezzo oggi hanno spesso un unico genitore. Di solito il padre sta combattendo al fronte o è morto o disperso e la mamma vorrebbe cercare di dare al proprio figlio un periodo di quella vita normale e spensierata che dovrebbero avere tutti i bambini. Ma anche gli adulti. Paola Perciaccante, referente dell’associazione per Arezzo, descrive quali saranno i due progetti: “Il primo partirà il mese prossimo, indicativamente dal 15 novembre e durerà più o meno fino al 15 gennaio. Le date non sono ancora certe finché i progetti non vengono chiusi. L’altro invece dovrebbe andare dal 15 dicembre a metà gennaio. In entrambi sarà compreso il periodo di Natale. Cerchiamo quindi famiglie disposte ad accogliere i bambini che, come sempre, partiranno dall’Ucraina in pullman e raggiungeranno l’Italia dopo un viaggio di 48 ore. Per il momento abbiamo parlato di 30 famiglie, ma i bambini che potrebbero partire dall’Ucraina sarebbero molti di più se solo trovassimo chi li ospita”.

Ma chi sono le famiglie tipo? Paola risponde: “Famiglie che possano gestire un bambino, che possano dedicargli tempo, energie, attenzioni. Possono essere anche single, l’importante però è che siano in grado di prendersi cura tutti i giorni e per tutto il periodo del bambino che scelgono di ospitare. Ovviamente, non può essere parcheggiato davanti alla tv, o lasciato solo in casa. Occorrono persone disposte al sacrificio, perché va dedicato loro tempo. Sono bambini tra i 7 e gli 11 anni, non possono essere lasciati in autogestione”.

I bambini che arrivano dagli oblast di Kiev, Dnipro, Zaporizhzhya, Sumy, potranno andare a scuola per tutto il periodo, se i dirigenti scolastici e gli insegnanti saranno d’accordo ad accoglierli tra i banchi. Una volta terminato il periodo, i bambini torneranno a casa, riempiti dalla generosità delle famiglie aretine che oltre a dare loro tutto l’affetto e il bene, doneranno loro tanti bei ricordi da riportare in Ucraina. È chiaro che poi il distacco sarà difficile e duro, ma la speranza è che “lo stesso bambino – spiega Paola – possa tornare anche in estate o in un altro periodo. Nel frattempo i contatti non si interrompono in un filo diretto fatto di messaggi, videochiamate che stringe legami inaspettati fra famiglie italiane ed ucraine”.

L’annuncio della ricerca delle famiglie è stato inserito anche su Facebook, ma sotto sono piovuti commenti sul fatto che “perché gli ucraini sì e i bambini palestinesi no?”. Risponde Paola: “Perché i bimbi palestinesi, quelli siriani, quelli di Haiti e di molti altri posti in cui ci sono situazioni complicate non hanno un governo che possa garantire loro il rientro in famiglia alla fine dei progetti. Se anche potessero uscire dal loro Paese si rischierebbe di innescare meccanismi pericolosissimi con conseguenze disastrose che nulla hanno a che vedere con la positività dell’accoglienza”.

Chi volesse proporsi per ospitare i bambini che arriveranno dall’Ucraina si può rivolgere all’associazione Puer Odv (riferimenti su www.puer.it o sulla pagina Facebook Associazione di Volontariato Puer Odv) o mandare una mail a accoglienzepuer@gmail.com.

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