La città del futuro
Il progetto del Terzo luogo
Una città non più divisa da quella stretta striscia di niente che oggi è l’area dell’ex scalo merci, ma costruzioni, luoghi di socialità e di commercio che metteranno in collegamento il centro storico con il Pionta, Saione e Pescaiola. E’ il Terzo luogo, un “progetto ambizioso” - definizione dell’assessore all’urbanistica Francesca Lucherini - che, una volta portato a termine, cambierà il volto di Arezzo.
Un progetto complesso, che coinvolge più interlocutori, partendo dalla proprietà - le Ferrovie nelle sue varie articolazioni societarie - ma nel quale l’amministrazione Ghinelli crede fermamente. Un’eredità da lasciare a chi si insedierà il prossimo anno in Comune, un piano che negli ultimi mesi ha conosciuto una decisa accelerazione. Pochi giorni fa il consiglio comunale ha approvato un passaggio importante: l’adozione della variante urbanistica legata al progetto. Ora si apre la fase delle osservazioni che, una volta conclusa, potrebbe portare a un nuovo esame e voto del consiglio comunale.
L’iter si è messo in moto e l’assessore Lucherini, nella sala consiliare di Palazzo Cavallo, ha sottolineato “l’orgoglio” di presentare questo piano di rigenerazione urbana, “un’opportunità da non perdere, innovativa per lo sviluppo futuro di Arezzo”. “Un luogo dove vivere il proprio tempo libero - le parole del sindaco Alessandro Ghinelli - che proietterà Arezzo in un panorama europeo avanzato”. Un bel pezzo del futuro urbanistico della città, secondo la giunta, si gioca proprio qui, in questo spazio oggi completamente vuoto che segna una separazione tra il centro storico, il colle del Pionta, Saione e Pescaiola. E allora come si fa a superare questa barriera? Costruendoci dentro e, secondo il progetto, passandoci sopra, con un ponte pedonale che superando i binari della ferrovia potrebbe anche ospitare spazi commerciali.
Ma è tutto intorno che dovrà prendere forma una nuova area della città. A partire dalla New Public Library che non sarà solo il luogo che ospiterà la biblioteca, ma uno spazio di socializzazione, con molteplici funzioni culturali e ricreative. Il progetto prevede infatti strade, spazi all’aperto ed edifici destinati a servizi e aree ludiche, ricreative e sportive e anche un piccolo auditorium. Tutti d’accordo? Non proprio. Qualche critica è stata infatti espressa dall’Ordine degli architetti della provincia di Arezzo, tanto sul merito quando sul metodo.
Intanto l’iter va avanti e si apre adesso una nuova fase. Il Terzo luogo resta sempre lì, sullo sfondo in attesa di conoscere quale potrà essere il suo destino.
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