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Il caso

Delitto di Garlasco, "Meglio che stai zitto". Lettera anonima con minacce all'avvocato

Julie Mary Marini

10 Novembre 2025, 16:33

Delitto di Garlasco, "Meglio che stai zitto". Lettera anonima con minacce all'avvocato

L'avvocato Massimo Lovati e un particolare della lettera anonima

Delitto di Garlasco, lettera anonima all’avvocato Massimo Lovati. Poche parole, scritte in dialetto lombardo: "L’è mei che te sta ciu" (È meglio che stai zitto). Il suo legale, Fabrizio Gallo, intervenuto in trasmissione a ‎Mattino Cinque (Canale 5), ha dichiarato che è stata subito sporta denuncia ai carabinieri. In un contesto già segnato dal clamore mediatico e dalle polemiche, questa minaccia assume un significato che va ben oltre il semplice atto intimidatorio. Lovati è stato fino a poche settimane fa l’avvocato difensore di Andrea Sempio, il 37 enne attualmente indagato nell’ambito del nuovo filone della vicenda dell’omicidio della giovane Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Il rapporto tra Lovati e Sempio si è interrotto dopo che Sempio ha revocato l’incarico al legale, motivando la scelta con divergenze sulla strategia difensiva.

Negli ultimi mesi, Lovati è stato protagonista di apparizioni televisive e dichiarazioni che hanno sollevato polemiche. Ha parlato di sogni e incubi riguardo al caso Poggi, ha avanzato tesi alternative su chi avrebbe materialmente commesso l’omicidio e ha criticato aspramente l’impianto accusatorio tradizionale. Queste affermazioni - che molti considerano provocatorie - lo hanno posto al centro del dibattito pubblico e, al tempo stesso, in una posizione vulnerabile. L’episodio della missiva anonima alimenta molte ipotesi, alcune più suggestive di altre, tutte con un denominatore comune: il timore che Lovati – pur non essendo più il legale di Sempio – possa essere in possesso di informazioni rilevanti o compromettenti. Da un lato, la cronaca segnala che la stessa richiesta di ascolto da parte della Procura di Brescia nei confronti di Lovati sul filone che riguarda lo stesso Sempio e l’ex pm Mario Venditti (indagato per corruzione in atti giudiziari) è stata già annunciata. Dall’altro, la lettera – con il linguaggio dialettale chiaro e la doppia interpretazione che potrebbe implicare sia Lovati che il suo avvocato Gallo – suggerisce un avvertimento: taci o pagherai. Gallo ha parlato apertamente di pedinamenti, spiegando che "non voglio rimetterci le penne". 

Andrea Sempio al centro delle indagini per il delitto di Garlasco

Immediatamente dopo la scoperta della lettera, è stata avviata l’attività investigativa da parte dei carabinieri. Sono state raccolte immagini delle telecamere esterne, la missiva è stata acquisita e sono in corso accertamenti per risalire all’autore. Lovati ha reagito con tranquillità apparente: "Sono mitomani, stai tranquillo, lascia stare", avrebbe detto al suo avvocato Gallo. Gallo – pur difendendo Lovati – si dice pronto "a lasciare l’incarico a uno dei tanti avvocati che si sono fatti avanti". L’avvocato ha tenuto a sottolineare che non si sente tutelato come dovrebbe.

L’episodio delle minacce all’avvocato Lovati non è solo un atto isolato: ha implicazioni che riguardano la tutela della funzione difensiva, la trasparenza delle indagini e la pressione che circonda un caso mediatico come quello dell’omicidio di Chiara Poggi. Quando un legale viene intimidito, viene minata la base stessa del diritto di difesa: se l’avvocato teme per la propria incolumità, l’esercizio del mandato ne risulta condizionato. In secondo luogo, l’intera vicenda di Garlasco è già da tempo al centro di dubbi, ipotesi alternative e rivelazioni oniriche dello stesso Lovati. L’intimidazione risulta allora come un segnale – forse – che qualcuno vuole evitare che emerga qualcosa di più. Infine, per quanto riguarda il caso Poggi, la minaccia introduce un nuovo elemento: se davvero qualcuno teme che Lovati possa parlare, allora occorre chiedersi cosa sappia – o pretenda di sapere – il legale, e perché la sua voce generi timore.

Chiara Poggi fu uccisa barbaramente ad agosto 2007

Il futuro prossimo vedrà diversi livelli: da un lato, l’attività investigativa sulle minacce, che dovrà accertare la paternità della lettera, eventuali pedinamenti, la gravità del rischio concreto. Dall’altro, la prosecuzione del filone giudiziario che riguarda Andrea Sempio e gli altri scenari processuali, anche con la figura di Lovati, pur non più legale diretto, che resta un punto di attenzione. Se emergessero prove che colleghino la minaccia alle rivelazioni sul caso Poggi, saremmo di fronte a una escalation: da minaccia a ostruzione indiretta della giustizia. Le autorità sono al lavoro, ma per ora ufficialmente vige il silenzio sul possibile collegamento degli eventi.

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