La storia
Pietro Taricone e Kasia Smutniak
Il prossimo 28 giugno saranno 15 anni. Quel giorno del 2010, si consumò la tragedia di Pietro Taricone, allora compagno di Kasia Smutniak. Ci sono storie che restano sospese nel tempo, come fotografie in bianco e nero dai contorni sfocati ma vivi nel cuore di chi le ha vissute. La vita di Pietro è una di queste: breve, intensa, piena di luce e poi, improvvisamente, di ombra. Un racconto che parla di passione, libertà, amore e di una fine così crudele da sembrare ingiusta. Pietro Taricone era molto più di O’ Guerriero, il soprannome che si era guadagnato nella prima storica edizione del Grande Fratello nel 2000. Era carisma puro, istinto, voglia di vivere. Ma anche disciplina, determinazione e una strana nostalgia negli occhi, come se sapesse che il tempo a disposizione non sarebbe stato infinito.
Pietro Taricone con Kasia Smutniak durante la presentazione del film Radio West
Dopo il successo televisivo, Taricone aveva scelto un percorso diverso da quello facile del divismo da reality: si era avvicinato al cinema e alla recitazione con rispetto, studiando, lavorando sodo. Aveva recitato in film come Ricordati di me di Gabriele Muccino e in fiction di successo, senza mai cercare scorciatoie. Ma quello che davvero aveva rivoluzionato la sua esistenza era stato l'incontro con Kasia Smutniak, attrice e modella polacca di rara intensità, oltre che maestosa bellezza.
Tra Pietro e Kasia non fu solo una storia d’amore. Fu un incontro di anime affini, di spiriti ribelli, di sensibilità forti e viscerali. Insieme ebbero una figlia, Sophie, e costruirono una vita lontana dalle luci dei riflettori, fatta di passioni condivise: la natura, la riservatezza, il volo. Il volo, appunto. Quella voglia di librarsi oltre i confini del possibile, che per Pietro era diventata una filosofia. Il paracadutismo non era un capriccio, ma una scelta di libertà, un modo per sentire il corpo vivo, in contatto con il cielo. Il 28 giugno 2010, all’aeroporto di Terni, quella libertà si trasformò in tragedia. Durante un lancio con il paracadute, qualcosa andò storto. L’impatto fu devastante. Dopo ore di intervento e un giorno di agonia, morì a 35 anni.
Kasia Smutniak e la grande passione per le moto
Kasia era lì. Aveva condiviso con lui quella passione, quel giorno, quel volo. E da quel momento, il suo sguardo cambiò per sempre. Non parlò molto, non cercò la ribalta, non trasformò il dolore in spettacolo. Ma lo attraversò con dignità, trovando forza nella figlia e nella memoria dell’uomo che aveva amato. Negli anni successivi, Kasia ha mantenuto viva la memoria di Pietro anche attraverso l’impegno sociale. Ha dato vita alla Fondazione Pietro Taricone, che promuove progetti legati all’istruzione, in particolare in Nepal, dove la coppia aveva sostenuto la costruzione di una scuola. Un modo per trasformare il vuoto in seme, il dolore in speranza.
Kasia Smutniak e Pietro Taricone insieme in una vecchia foto
Pietro Taricone è rimasto, nel ricordo collettivo, un simbolo di autenticità. Un uomo che ha scelto di vivere intensamente, senza compromessi. E il suo legame con Kasia Smutniak, così profondo e poetico, continua a emozionare chi ne scopre la storia: non un amore perfetto, ma reale, fatto di passioni, cadute, sogni. E di un ultimo volo. Nel cielo, lassù, c’è forse ancora un’eco di quell’urlo di libertà. Quello di un uomo che voleva volare davvero.
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