Musica
Giuseppe Verdi e il manifesto del Nabucco
Il Nabucco rappresenta una delle opere più celebri di Giuseppe Verdi ed è unanimemente riconosciuta come il lavoro che segnò il suo definitivo successo nella scena musicale italiana ed europea. La sua storia intreccia vicende personali del compositore, fermenti politici dell’epoca e una trama biblica di grande impatto emotivo. Verdi compose il Nabucco nel 1841, in un periodo particolarmente difficile della sua vita. Dopo il fiasco della sua precedente opera, Un giorno di regno, e la tragica perdita della moglie Margherita Barezzi e dei figli Virginia e Icilio, il compositore aveva deciso di abbandonare la musica. Fu l’impresario Bartolomeo Merelli a convincerlo a riprendere la composizione, proponendogli il libretto di Temistocle Solera, ispirato a un dramma di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu.
Il libretto, basato su episodi biblici tratti dai libri dei Re, Geremia, Lamentazioni e b, colpì profondamente Verdi, in particolare per il celebre coro Va, pensiero, sull’ali dorate. Questo passaggio, quasi una parafrasi della Bibbia, fu decisivo nel risvegliare in lui la voglia di comporre. La prima di Nabucco andò in scena il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano, alla presenza di Gaetano Donizetti. Nonostante alcune difficoltà tecniche e la salute precaria della soprano Giuseppina Strepponi, la rappresentazione fu un trionfo: l’opera venne replicata 64 volte solo nel primo anno, un risultato eccezionale per l’epoca. Il pubblico accolse con entusiasmo soprattutto il coro Va, pensiero, che divenne rapidamente un simbolo di speranza e libertà. In Lombardia e in tutta Italia, sotto il dominio austriaco, il brano fu interpretato come un inno patriottico, benché questa lettura sia stata rafforzata successivamente da una storiografia risorgimentale.
L'opera è ambientata nell’antica Babilonia e segue le sorti degli ebrei esiliati e soggiogati dal re babilonese Nabucodonosor II (Nabucco). La vicenda si concentra sulla lotta degli ebrei per la libertà e la loro fede incrollabile, rappresentati dal pontefice Zaccaria e sulla figura tragica di Nabucco, che, accecato dalla superbia, si autoproclama dio, viene colpito da follia e solo dopo una conversione spirituale trova la redenzione. Ma anche sulla drammatica storia di Abigaille, figlia adottiva di Nabucco, ambiziosa e spietata, e di Fenena, figlia legittima, che si schiera dalla parte degli ebrei.
Il dramma intreccia temi di oppressione, fede, perdono e redenzione personale, culminando nel celebre coro degli ebrei prigionieri, simbolo universale di nostalgia per la patria perduta e desiderio di libertà. Nabucco è spesso considerata l’opera più risorgimentale di Verdi, anche se questa interpretazione è frutto di una lettura successiva rispetto alle intenzioni originali. All’epoca, però, il pubblico italiano si identificò profondamente con la sofferenza e la speranza degli ebrei, vedendo un parallelo con la propria situazione sotto il dominio straniero.
Il successo di Nabucco fu tale da segnare l’inizio della straordinaria carriera di Verdi, che lui stesso considerava il vero punto di partenza della sua attività artistica. L’opera continua a essere rappresentata nei più grandi teatri del mondo e il Va, pensiero è ancora oggi uno dei cori più celebri e amati della storia della musica. "Questa è l’opera con cui la mia carriera artistica ebbe veramente inizio. E benché abbia dovuto lottare contro molte difficoltà, è certo che il Nabucco nacque sotto una stella fortunata", disse Giuseppe Verdi.
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