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Alessandro Condurro, il boss in incognito. Chi è l'ad de L’Antica Pizzeria da Michele in the world. La pizza perfetta, i segreti, le passioni e gli ordini del nonno

Cento milioni di fatturato e 680 dipendenti: la storia va avanti da 150 anni

Giuseppe Silvestri

27 Gennaio 2025, 19:30

Alessandro Condurro

Alessandro Condurro, ad de L’Antica Pizzeria Da Michele in the World

E' considerato uno dei re della pizza. Su quello che viene considerato uno dei piatti più amati al mondo, Alessandro Condurro, 52 anni, ha costruito una fortuna. E' l'amministratore delegato de L’Antica Pizzeria Da Michele in the World. Noto per la sua dedizione alla tradizione della pizza napoletana, Condurro ha saputo trasformare un marchio storico in un fenomeno globale, mantenendo salde le radici culturali e gastronomiche della sua famiglia. E' lui il protagonista di Boss in incognito, il programma condotto da Max Giusti e in onda su Rai 2.

La pizzeria ha aperto i battenti ben 150 anni fa nel cuore di Napoli, fondata da Michele Condurro. Alessandro rappresenta la quinta generazione della famiglia e ha il compito di preservare l'autenticità del prodotto originale, che a Napoli offre esclusivamente due tipi di pizza: Margherita e Marinara. Questa scelta non è casuale; mira a garantire la massima qualità e freschezza degli ingredienti, tutti rigorosamente naturali e provenienti da fornitori locali.


Alessandro Condurro con il suo amico Maurizio Del Piano

Sotto la guida di Alessandro, l'azienda ha visto una crescita esponenziale. Attualmente, L’Antica Pizzeria da Michele conta 31 pizzerie sparse in tre continenti, tra cui importanti città come Roma, Milano, Barcellona e Los Angeles. L'azienda impiega circa 680 dipendenti e genera un fatturato annuo di 100 milioni di euro, un risultato impressionante che riflette non solo il successo commerciale ma anche l'efficacia del modello imprenditoriale che è stato adottato.

Tra l'altro Alessandro Condurro non si limita a gestire un'impresa, è anche attivamente coinvolto in iniziative sociali. Recentemente ha offerto lavoro a ex dipendenti di Domino’s Pizza dopo la chiusura della catena in Italia, dimostrando un forte impegno verso la comunità e i lavoratori del settore. Inoltre, la pizzeria ha intrapreso collaborazioni innovative per espandere la sua offerta, come il lancio di pizze surgelate che mantengono gli standard qualitativi del prodotto fresco. Ha espresso il desiderio di continuare a espandere il marchio mantenendo intatta l'essenza della pizzeria. In un'intervista, ha dichiarato: "Sono affezionato a tutte le aperture di Da Michele... ognuna è come un figlio". La sua visione è quella di posizionare L’Antica Pizzeria Da Michele come un'alternativa globale alle catene, ma senza compromettere l'autenticità e la tradizione che hanno reso famosa la pizzeria.

Ovviamente non solo lavoro. “A me piace molto scherzare - ha spiegato nel corso di una intervista a sudfood.com - uso i social per divertirmi. Sono solitamente molto ironico”. Ovviamente è molto orgoglioso della sua storica famiglia e della sua attività: “C’è un detto che dice: fai il lavoro che ti piace e non lavorerai nemmeno un giorno nella tua vita. Io ho provato a fare le pizze da ragazzo, ma mi hanno allontanato subito dal bancone. Mio nonno non voleva che i figli facessero i pizzaioli, all’epoca era considerato un lavoro poco appetibile, la stessa cosa ha fatto mio padre con me. Sono dottore commercialista, mi considero un professionista prestato al mondo della ristorazione. È un lavoro che mi ha permesso di realizzare i miei sogni, di mettere su famiglia. Ovviamente quello della ristorazione ha un altro fascino. Quello della pizza mi ha permesso di viaggiare, di portare Napoli nel mondo, una Napoli che non è Gomorra e malavita, tantomeno Pulcinella, mandolino e babà”. 

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