Il caso
Riccardo Branchini, è scomparso nella notte del 12 ottobre
Niente da fare: il bacino della diga del Furlo non sarà svuotato. La richiesta dei genitori di Riccardo Branchini non è stata accolta dalla Prefettura di Pesaro. La mamma del ragazzo scomparso nella notte del 12 ottobre aveva richiesto lo svuotamento dell'impianto artificiale per verificare l'eventuale presenza del corpo del figlio. E' l'unico modo, a suo avviso, per capire se davvero si è tolto la vita oppure se il suo è solo un allontanamento volontario. E' vero che i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno effettuato attente ricerche, ma secondo la donna ci sono alcune grotte sotto l'acqua dove non è stato possibile, per via delle forti correnti che rendono pericolose le immersioni.
Riccardo Branchini insieme alla mamma Federica Pambianchi
Da qui la richiesta di svuotare il bacino. Dalla Prefettura dopo una lunga riunione è arrivato il no perché "nell'invaso entra l'acqua del fiume Candigliano". Una decisione giunta dopo un summit tra tutte le componenti del sistema di protezione civile insieme ai soggetti che gestiscono la struttura e ai sindaci della zona. Considerate le piene sarebbe troppo rischioso per gli operatori eventualmente coinvolti nell'operazione. Tra l'altro stando alla prefettura, il fondo è melmoso e non ci sarebbe mai la certezza di averlo controllato tutto. Considerati questi due aspetti, è stata presa la decisione di respingere la richiesta della famiglia.
La mamma di Riccardo, Federica Pambianchi, ha commentato sui social: "L'autorizzazione non mi è stata data per prosciugare la diga - ha scritto - Io non mi fermo qui, a costo di impiegarci una vita, mio figlio lo cercherò per sempre! Vi chiedo la cortesia di continuare a cercarlo, di guardare bene i visi in giro e, se possibile, vi chiedo uno sforzo in più ovvero se qualcuno lo dovesse vedere di segnalarlo subito e non aspettare ore o giorni, di fargli una foto e mandamela e di chiamare immediatamente il 112".
Riccardo Branchini in una recente foto
La storia di Riccardo
Riccardo, 19 anni, originario di Acqualagna, è scomparso la sera del 12 ottobre 2024, dopo aver trascorso del tempo con amici a Urbino. Dopo essere stato riaccompagnato a casa, ha salutato la nonna e si è ritirato nella sua stanza con un amico per consultare il computer. Poco dopo è uscito con la sua auto, che è stata trovata il giorno successivo nei pressi della diga del Furlo. All'interno alcuni dei suoi effetti personali, tra cui vestiti e cellulare. Le ricerche sono state avviate immediatamente dal padre di Riccardo, preoccupato per la mancanza di notizie. Le forze dell'ordine hanno mobilitato vigili del fuoco e sommozzatori per scandagliare il fiume Candigliano, il bacino e le aree circostanti, ma senza risultati concreti. Sono stati utilizzati anche droni dotati di visori notturni e raggi infrarossi per ampliare le operazioni di ricerca.
Nel corso delle indagini, sono state battute diverse piste. Inizialmente è stato ipotizzato un gesto estremo, ma con il trascorrere dei giorni è via via sembrata più attendibile l'ipotesi di un allontanamento volontario. Riccardo aveva da poco ricevuto un pacco da Amazon e programmato un viaggio in Europa con un amico, l'ultimo a vederlo prima della scomparsa. Quest'ultimo ha sempre spiegato che Riccardo sembrava sereno prima di svanire nel nulla. Poi sono partiti gli appelli della famiglia.
Inizialmente sui social, in seguito attraverso le trasmissioni televisive, a partire da Chi l'ha visto?. Parole tra lacrime e disperazione, chiedendo a Riccardo di tornare a casa e invitando chi avesse informazioni o notizie a contattare le autorità. Le ricerche nel bacino del Furlo sono andate avanti per alcuni giorni, fino a quando le forze dell'ordine non hanno deciso di interromperle. Poco dopo è arrivata la richiesta della mamma di Riccardo di svuotare il bacino, richiesta che è stata respinta.
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