Il caso
Uno scorcio della scena del delitto e il portavaso
Delitto di Garlasco. In una intervista rilasciata a Panorama, l’esperto di balistica e criminalistica Enrico Manieri ipotizza che l’arma del delitto non sia misteriosamente scomparsa, si tratti di un oggetto rimasto sempre sulla scena del delitto di Chiara Poggi. Sarebbe un portavasi in ferro battuto della villetta di via Pascoli. Manieri evidenzia che le ferite sul cranio e sulla nuca di Chiara sono più da contusione, mentre quelle sul viso sono da taglio o punta, suggestive di un impatto con un oggetto tagliente su cui la vittima potrebbe essere stata appoggiata mentre veniva colpita.
Un'immagine di Chiara Poggi
La dinamica dell’aggressione ipotizzata da Manieri si articola così: Chiara sarebbe stata colpita inizialmente con un calcio, la cui traccia non coincide con le scarpe a pallini note, suggerendo la presenza di almeno un altro aggressore, poi sarebbe caduta in ginocchio, sarebbe stata colpita alla nuca con il vaso di ottone del portavasi, caduto durante la colluttazione, e infine bloccata dal killer con un ginocchio sulla schiena, causando l’enfisema polmonare riscontrato in autopsia.
Questa ricostruzione apre all'ipotesi di più assassini. Un altro elemento chiave è una piccola macchia di sangue trovata sotto la cornetta del telefono, che, analizzata con Luminol, mostra una certa inclinazione che suggerisce che la cornetta fosse sollevata durante l’aggressione. Questo dato, un tempo trascurato, mette in discussione la precedente condanna di Alberto Stasi e invita a riconsiderare il quadro complessivo. Manieri ha testato questa ipotesi anche tramite esperimenti con modelli del telefono uguali a quello sulla scena del crimine.
Una veduta della villetta di Garlasco dove Chiara Poggi fu ritrovata senza vita
Chiara Poggi, dunque, potrebbe essere stata vittima di un vero e proprio agguato da parte di almeno due aggressori, con l'uso di più armi e con dinamiche che fino a questo momento non sono state considerate. Le analisi del Ris si stanno concentrando sulle tracce ematiche, sulle impronte e sulle evidenze lasciate sulla scena, per ricostruire la vicenda con prospettive innovative. Questi elementi mettono in dubbio pezzi fondamentali delle precedenti sentenze, come l’orario dell’omicidio e le responsabilità attribuite.
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