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La sentenza

Strage nazista di Falzano, maxi risarcimento agli eredi delle vittime trucidate: quasi 4 milioni di euro

Sara Polvani

23 Gennaio 2025, 01:21

Josef Scheungraber

Le tombe dei due tedeschi: la loro morte causò la rappresaglia

Arriva la sentenza per il risarcimento ai familiari delle vittime della strage nazista di Falzano, località nel Cortonese. Con sentenza del Tribunale di Arezzo del 20 gennaio si condanna la Repubblica Federale di Germania a risarcire i 17 familiari, delle 18 vittime della strage del 27 giugno 1944, costituiti in giudizio, con quasi 4 milioni di euro.

Il Tribunale di Arezzo, competente per territorio, ha osservato che i fatti posti a fondamento del giudizio sono riconducibili a crimini contro l’umanità “trattandosi di atti riconducibili a strategia di sistematica ferocia attuata, per disposizioni provenienti dai capi supremi dello Stato nazista, anche contro la popolazione civile in violazione dei beni supremi della vita e della dignità delle persone”.

In merito ai fatti verificatisi il 27 giugno a Falzano di Cortona, gli antecedenti dell’operazione militare vanno ricercati nell’uccisione di due soldati tedeschi ad opera dei partigiani, il 26 giugno 1944 e dal ferimento di un terzo soldato. Rispetto a tale evento, la popolazione civile non poteva certamente ritenersi coinvolta e quindi subire la nazione.

Circa il diritto dei defunti risulta dalle testimonianze che il rastrellamento e l’uccisione di civili nei campi e nei boschi di Falzano avvennero con inaudita ferocia. Secondo Gino Massetti, unico sopravvissuto alla strage, risulta che gli uomini uccisi, ebbero lucida consapevolezza della fine imminente, vivendo terrore ed acuta sofferenza. In tale contesto l’inerme popolazione civile venne, inseguita nei campi, ferita ed uccisa come nel caso di Maria Francesca Casucci, provando profondo terrore e sofferenza, avendo cognizione certa della morte imminente, ovvero, fatta saltare in aria come avvenne nell’eccidio.

Ripercorrendo le prove assunte nel giudizio penale, tenutosi per gli stessi fatti dinanzi il Tribunale militare della Spezia, conclusosi con sentenza nel 2006, risulta che il maggiore Herbert Stommel e il tenente Josef Scheungraber, coinvolti nei fatti, fossero militari, rivestiti di grado, inquadrati in una Divisione dell’esercito tedesco e belligeranti nell’interesse dello Stato di appartenenza. Le numerose prove acquisite nei procedimenti innanzi il Tribunale militare, hanno dimostrato “un indiscriminato attacco alla popolazione civile (come visto impegnata nel lavoro nei campi e nelle abituali ed inoffensive attività quotidiane), che nessun ruolo aveva avuto nell’imboscata, attraverso una violentissima e crudele azione repressiva”.


L'avvocato Gianluca Luongo che ha tutelato i familiari delle vittime

“La sentenza – spiega l’avvocato Gianluca Luongo, che ha seguito la causa per conto dei 17 familiari delle 18 vittime – dovrà adesso essere tradotta e notificata alla Repubblica Federale di Germania, dopodiché fra 2 mesi, se nessuno la impugna, diventerà definitiva e sarà lo strumento per fare richiesta di accesso al Fondo istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità compiuti dal Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale”.

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