Arezzo
Simon Pietro Palazzo
Lavori in corso nel centrodestra per trovare la sintesi sul candidato a sindaco. Simon Pietro Palazzo è capogruppo in consiglio comunale di Ora Ghinelli e consigliere provinciale. A lui chiediamo come la componente civica sta interpretando questa fase cruciale.
- Si apre il tavolo per le amministrative. A dare le carte spetta a FdI, prima forza della coalizione. Ma serve unità per il dopo Ghinelli oppure il rischio di perdere il Comune c'è, ammesso che il centrosinistra, che i numeri li può avere, trovi la sintesi su un candidato che ha presa. Voi della componente civica che peso avete?
Il peso lo esprime il fatto che sia nel risultato 2015 che in quello del 2020, le due vittorie del centrodestra con Ghinelli, l'asso pigliatutto è stata la lista civica. Determinante. Perché la somma dei partiti, come visto anche alle recenti regionali, al centrodestra non basta per raggiungere il 51%. La lista civica ha il vantaggio di portare 32 candidati veri, che vengono da varie espressioni civiche, politiche, professionali, del terzo settore che riescono a percepire un risultato più profondo e vincente rispetto al singolo partito, che spesso in chiave locale non ha il successo del leader nazionali. Mi spiego, anche aritmeticamente se ogni candidato civico porta 80 voti personali, il risultato complessivo in termini di voti è decisivo per la coalizione.
- Perché l'automatismo del passaggio da Ora Ghinelli a Ora Lucia Tanti non è scattato nonostante, a un certo punto, il sindaco abbia dato l'indicazione della sua vice come naturale successore?
Non avrebbe avuto senso ammainare una bandiera e issarne subito un'altra. Fino al 2026 resta in campo Ora Ghinelli, con il sindaco che completa il suo mandato lungo quasi 11 anni, un mandato che ha portato idee ed aria nuova e fatto scalare molte posizioni ad Arezzo in Italia, in Europa e nel Mondo. Non c'è l'esigenza di presentare subito un simbolo diverso.
- Ma il ritorno di Lucia Tanti verso Forza Italia la indebolisce o la rafforza come possibile candidata?
Lucia Tanti non si discute. E' un valore per il centrodestra. Per la città. Ha un suo forte consenso personale frutto della visibilità e dell'impegno profuso in questi anni. Addirittura i sondaggi commissionati dal centrosinistra rilevano questo. Gli aretini conoscono Lucia Tanti, non altri. Forza Italia, per bocca di Tajani, è il partito al quale fanno riferimento le liste civiche di centrodestra a livello locale. Fermo restando l'aspetto civico, a livello politico nazionale devi trovare chi rappresenta le tue istanze.
- Avete lasciato Noi Moderati, uno strappo forte.
Non era più quello in cui avevamo creduto, ma ormai l'approdo per spezzoni di ex dei partiti, in particolare ex leghisti. Non era più un partito federativo. Sono loro che hanno cambiato atteggiamento, non noi. E se alle regionali civici e Noi Moderati fossero stati uniti con precedenti valori sotto il nome di una lista per Tomasi, avremmo superato la soglia del 3 per cento con relativa rappresentanza.
- Sembra che Fratelli d'Italia sia in procinto di proporre nomi del mondo produttivo o delle professioni come alternativi a Veneri, consigliere regionale orientato a rimanere tale. Una soluzione, insomma, come fu per Lucherini.
Ogni partito e a maggior ragione FdI che ha il pacchetto di maggioranza relativa, ha diritto e dovere di portare sul tavolo dei nomi e ogni nome verrà valutato nell'ottica della vittoria finale. Quello è l'obiettivo: non lasciare la città al degrado amministrativo del Pd e dei suoi alleati. Però dico chi viene a fare sindaco di Arezzo è bene che sappia di che si parla, non sia a digiuno di vita amministrativa. Anche il più preparato, che non fosse dentro a certe cose, ha bisogno di 7, 8, 12 mesi per capire in che posto è e noi non ci possiamo permettere di fermare una macchina in movimento. Ecco perché il profilo di Lucia Tanto è quello completo e funzionale. Conosce il passato, sa interpretare la situazione, correggere gli errori e ottimizzare le cose da fare. Ha una idea di città, più innovativa e moderna, Arezzo del futuro.
- Si parla in questi tempi di alcuni ex eccellenti di Ora Ghinelli, Marcello Comanducci in primo luogo, c'è un confronto o sono iniziative a voi esterne?
So di iniziative che ci sono, incontri come tutti noi facciamo, giorni fa ad esempio eravamo un centinaio. Il concetto che dico con valore generale, al di là dei nomi, è che chi si candida per spaccare il centrodestra coltiva una progetto perdente e fa un regalo alla sinistra. La formula vincente è quella che vede i partiti insieme, ed una forte componente civica.
- Maurizio Bianconi ha dichiarato al Corriere che ad Arezzo gira che ti rigira pilotano le cose sempre gli stessi poteri forti.
I poteri forti a cui noi rispondiamo sono le istanze della gente e sarà sempre di più così. Se in questi ultimi anni abbiamo dovuto anteporre i progetti legati al Pnrr, con le loro scadenze temporali da rispettare, nel prossimo mandato vogliamo curare ancora di più le manutenzioni, gli interventi anche spiccioli, andare dove i cittadini ci chiamano.
- Marco Donati in campo già da tempo. Un cantiere politico, suo, rivolto secondo lei più verso sinistra o verso destra?
Noi ci collochiamo e lavoriamo nell'area moderata, cattolica, liberale. Ma le autocandidature o autoproclamazioni lasciano il tempo che trovano: a forza di gridare al lupo al lupo poi non ci crede più nessuno.
- La sfida si deciderà al ballottaggio. E il voto moderato di centro può essere ago della bilancia. Ma la prospettiva di una larga intesa tutta di centro tra le varie liste civiche potrebbe avvenire se so rompessero i tavoli con i partiti?
Noi siamo per l'unità del centrodestra e ne siamo garanti e federatori intorno al sindaco, espressione della società civile. Qualora gli scenari si disgregassero, avremmo la nostra area di richiamo, ma, ripeto, lavoriamo per aumentare il consenso di quella componente di centro civica del centrodestra aretino.
- Infine, cosa avrebbe dovuto fare meglio questa amministrazione?
Avremmo dovuto dare una comunicazione migliore dei risultati perseguiti. Come detto, l'attività è stata condizionata dalle scadenze del Pnrr. Abbiamo fatto cose che altri non avevano fatto in cinquant'anni, altro che asfaltature elettorali. Lo sforzo in prospettiva sarà volto allo sviluppo, certo, ma alla riqualificazione massima e al decoro della città. Una prospettiva che il centrosinistra teme.
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