Tragedia dell'aria
Mario Paglicci, a destra, con il fratello Giancarlo
“Lo zio Mario è scomparso con il suo sogno: il suo amato elicottero. Adorava volare sempre più in alto nella vita e nel lavoro. È stato un maestro di vita. È ora nostro dovere morale proseguire a volare e sognare con lui.” Parole di Alessandra, la nipote di Mario Paglicci, a nome della famiglia dell’imprenditore orafo di Arezzo che ha perso la vita nell’incidente con l’elicottero precipitato sull’Appennino, domenica pomeriggio, di rientro da un viaggio a Venezia. Con Paglicci, 77 anni, ha perso la vita anche l’amico imprenditore Fulvio Casini, 67 anni, di Sinalunga.
I corpi dei due appassionati di volo, entrambi piloti, sono stati ancora recuperati ma oggi, lunedì 10 novembre, i vigili del fuoco e i soccorritori hanno individuato il relitto del velivolo, bruciato dopo l’impatto. Scena messa in sicurezza per poi procedere domani, martedì. L'Agusta partito dal Centro di volo Serristori di Castiglion Fiorentino avrebbe avuto un guasto al motore. Aperta un'inchiesta della procura di Arezzo.
“Mio zio - continua la nipote - ha superato negli anni tante malattie molto gravi. Era attaccatissimo alla vita e le aveva sconfitte tutte con una forza indicibile. Ha deciso di lasciarci inviandoci un video in cui sorrideva dentro il suo elicottero con il pollice alzato mentre ripartiva da Venezia. Ci ha lasciato con il sorriso e l’ottimismo che solo un grande imprenditore può possedere.”
I figli Gianluca e Maria, il fratello Giancarlo e i nipoti Paolo, Silvia e Alessandra, hanno affidato tramite le agenzie i loro pensieri in queste ore dolorose. Un comunicato nel quale la famiglia “ringrazia tutte le forze dell’ordine e i volontari per l’impegno profuso nella ricerca e nel recupero del loro congiunto.” Paglicci guidava l’azienda Gimet da oltre mezzo secolo e un gruppo imprenditoriale con numerose imprese, le cui radici affondano nel 1966.
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