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L'intervista

Lorenzo Cinatti, il runner della cultura: direttore della Fondazione Guido d’Arezzo. "La Chimera? Pronti a confrontarci con Firenze"

Sara Polvani

08 Aprile 2025, 00:01

Lorenzo Cinatti

Lorenzo Cinatti, direttore della Fondazione Guido d'Arezzo

Lorenzo Cinatti, direttore della Fondazione Guido d’Arezzo - ente presieduto dal sindaco Alessandro Ghinelli, a cui dal 2018 è affidata dal Comune di Arezzo la gestione delle attività e dei presidi culturali sul territorio - racconta la sua esperienza di manager della cultura. Cinatti, una laurea in Storia all’Università di Firenze prima di ricoprire le cariche di direttore e presidente del Teatro Puccini nel capoluogo toscano. Sovrintendente della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole dal 2012, è attraverso quest’ultima che nel 2017 ha contribuito alla creazione della Casa della Musica di Arezzo. Dal febbraio 2021 è direttore della Fondazione Guido d’Arezzo.

- Qual è il percorso che l’ha portata alla direzione della Fondazione Guido d’Arezzo?

In prospettiva è un percorso lungo più di 35 anni di lavoro nel campo dello spettacolo e delle attività culturali. Una strada che parte da quando ragazzino iniziai a fare la maschera al Teatro Romano di Fiesole per pagarmi le vacanze e poi, con il passare degli anni e tanto lavoro, ti scopri follemente innamorato di un mondo che ti investe con emozioni fortissime che sono quelle che ti regalano gli artisti, gli spettacoli, la gente spesso straordinaria che lavora in questo settore, a tutti i livelli. Con il passare degli anni cresci e capisci che era destino lavorare in tutta questa bellezza che ti ha nutrito, cresciuto, dato da vivere e che senza te ne accorgessi ti ha fatto divenire un cosiddetto professionista del settore, avendo la possibilità di collaborare con società e istituzioni prestigiose, fino ad arrivare ad Arezzo, alla Fondazione, con la voglia di dare il mio contributo di esperienza e di passione per questa città.


Lorenzo Cinatti con il sindaco Alessandro Ghinelli. Alle loro spalle la Chimera

- Di cosa si occupa la Fondazione e quali sono i progetti più significativi realizzati?

La Fondazione, che prima si occupava solo di organizzare il Concorso Polifonico internazionale - vorrei ricordarlo uno dei più longevi e prestigiosi del mondo - dal 2018 viene rimodellata per essere una sorta di strumento operativo per realizzare le attività culturali del Comune di Arezzo. Direi però che in questi anni ha svolto, credo con efficacia, anche un altro ruolo e cioè quello di incubatore e moltiplicatore delle potenzialità progettuali e creative di molte associazioni culturali operanti sul territorio. In questi ultimi quattro anni la Fondazione ha messo a disposizione decine di migliaia di euro, i propri spazi e il proprio personale per valorizzare, per supportare le migliori proposte culturali della provincia di Arezzo. Certo, non si può accontentare tutti e si può fare sempre meglio, ma è un dato di fatto che in questi anni i soci sostenitori della Fondazione sono aumentati. Ci tengo poi a sottolineare che insieme agli associati sono cresciuti in modo importante anche le risorse economiche che aziende e istituzioni, sia pubbliche sia private, hanno deciso di riservare alla Fondazione. Insomma, la Fondazione non finanzia le proprie attività con i soli contributi del Comune, ma riesce a trovarne molti altri perché viene riconosciuta come soggetto affidabile, credibile e soprattutto le attività proposte non solo sono aumentate, ma sono ritenute prestigiose e di grande interesse per la comunità. Ultimo esempio lo abbiamo avuto proprio con tutte le celebrazioni dell’Anno Vasariano ed in particolare con la mostra Il Teatro delle Virtù.

- Dopo il successo della grande mostra internazionale dedicata a Giorgio Vasari, quali altre esposizioni sono previste in città?

Ci sono diversi progetti che non posso svelare nei dettagli. Diciamo che la seconda parte dell’anno, da giugno in poi, inizierà con una importante mostra antologica su uno degli artisti più prestigiosi del ‘900 italiano, un’esposizione che vedrà il ritorno della Fortezza come luogo espositivo per la scultura, ma con la conferma del ruolo di primo piano della nostra bella Galleria comunale per l’ospitalità delle opere pittoriche e di più piccole dimensioni. Ecco, forse vale la pena di soffermarsi proprio sul ruolo centrale che ha acquisito la Galleria comunale per ospitare le mostre d’arte. In questi anni, grazie agli interventi fatti dal Comune ed in particolare dall’Ufficio manutenzioni guidato dall’ingegnere Serena Chieli, sono stati fatti importanti interventi per implementare gli impianti di sicurezza e videosorveglianza oltre a quelli antincendio e di climatizzazione. Sono stati questi interventi a rendere possibile di rispondere senza problemi alle condizioni di prestito di alcuni fra i più grandi musei del mondo in occasione della mostra su Vasari e che oggi ci consentono di ospitare altre grandi mostre. Ecco, io credo che lavorare in cultura sia anche avere una visione strategica sulle infrastrutture e gli strumenti pratici che ti consentono di fare cultura. Non è un caso che in questi anni abbiamo potenziato la dotazione tecnica dei nostri teatri, acquistato un palco di proprietà per l’estate in Fortezza ma che all’occorrenza può essere installato in altri luoghi, dotato il Petrarca di un impianto di condizionamento che ora consente di utilizzare il teatro anche in piena estate in completo comfort climatico.


Lorenzo Cinatti dal febbraio 2021 direttore della Fondazione

- C’è un progetto per riportare la Chimera ad Arezzo?

Innanzitutto direi che questi 4 mesi che hanno visto la Chimera ad Arezzo hanno dimostrato quanto la città sia pronta a valorizzare questo straordinario capolavoro che per Arezzo significa davvero tanto. L’allestimento dedicato alla Chimera all’interno della mostra Il Teatro delle Virtù era di particolare pregio, con luci robotizzate che facevano cogliere ogni particolare del manufatto illuminandolo da diverse angolazioni, vi era poi un filmato esplicativo realizzato con cura grafica e scientifica che è stato apprezzato dai tanti visitatori, soprattutto non aretini che hanno scoperto per la prima volta il fascino e la storia del bronzo etrusco. Aver fatto con successo questo lavoro di valorizzazione è secondo me un buon punto di partenza, concreto, per intavolare con Firenze e tutte le istituzioni coinvolte un ritorno periodico e ben programmato della Chimera ad Arezzo senza aspettare tanti anni. Insomma è stato come dire siamo pronti e siamo capaci di ospitare e valorizzare la Chimera!

- Quali altri interessi coltiva?

Credo di essere un curioso di natura e quindi nel tempo alcuni interessi li ho abbandonati per trovarne altri. Certo ve ne sono alcuni che da quando li ho conosciuti praticamente non ho mai lasciato, in primis la passione per la storia. Non è un caso che mi sia laureato proprio in questa materia, come memoria e come metodo di approcciarsi ai problemi e provarli a leggerli razionalmente. E poi lo sport. Seguo il calcio con interesse e tifo la mia squadra del cuore da quando ero piccolino, ma sono un runner, corro quasi tutti i giorni. La corsa, soprattutto da solo, è per me una forma di meditazione.

- Prossimi impegni?

Molti e importanti. Innanzitutto la chiusura della stagione concertistica con due appuntamenti. Il primo il 16 aprile in San Francesco con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius. Il secondo il primo giugno al Caurum Hall per festeggiare la Festa della Repubblica con il ritorno ad Arezzo dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Sono ripartite da pochi giorni Le Stanze dell’Opera, iniziativa formativa dedicata al bel canto animata dal nostro instancabile vicepresidente Mario Cassi e da quelle Stanze forse arriverà intorno a Natale un bel regalo per tutti i melomani aretini... ma su questo non posso dire oltre. In maggio chiusura dell’Anno Vasariano con inaugurazione delle nuove stanze del museo Orodautore che ospiteranno la nuova collezione dedicata a Vasari. A seguire l’apertura del piccolo Corridoio Vasariano e poi Estate in Fortezza e in agosto, come di consueto, il Concorso Polifonico internazionale. Poi si riparte subito a settembre… Voglio ringraziare tutto lo staff della Fondazione fatto di poche persone appassionate e sempre sul pezzo. Senza ognuno di loro sarebbe impossibile fare così tanto in così pochi!

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