Valtiberina
Montagne di rifiuti ai lati della E45
Pasqua con montagne di rifiuti lungo il tratto toscano della E45. La questione non è certamente passata in secondo piano ai tanti automobilisti che in questi giorni, complice anche il calendario, hanno utilizzato la Orte-Ravenna da nord a sud e viceversa per qualche giorno di relax. Il tutto, ben presto, si è riflettuto anche nelle varie pagine social nelle quali quotidianamente vengono inserite informazioni riguardo la E45. Lavandini, stendini, padelle, addirittura piante di plastica, parti in legno sicuramente di qualche mobile dismesso oltre ad un’infinità di sacchetti colorati alcuni dei quali si sono aperti a causa degli agenti atmosferici e degli animali in cerca di cibo.
Proprio così perché la E45, in molti punti compreso questi, è priva della rete esterna di protezione che divide la strada stessa con la campagna: non è la prima volta, infatti, che animali selvatici vengono visti ai lati della carreggiata e alcune volte anche investiti in maniera accidentale dai mezzi. Inquadriamo la zona: siamo nel pieno territorio comunale di Pieve Santo Stefano, pochi metri dopo lo svincolo di Madonnuccia per quello che riguarda la situazione in corsia nord; un centinaio di metri prima dell’uscita sempre di Madonnuccia, invece, se prendiamo come riferimento la piazzola in direzione della Capitale. Questo per dire che due sono i punti incriminati, già segnalati e dove sono in corso anche accertamenti da parte delle autorità competenti per tentare di capire chi possano essere gli autori. In un caso, infatti, ci sono anche decine e decine di posate di vario genere lasciate a terra. Tutto questo per dire che non è sicuramente una bella cartolina per chi percorre la E45 attraversando l’Alta Valle del Tevere.
Della questione è stata informata anche Anas, quale ente gestore dell’intera arteria, la quale ha provveduto subito a diramare la segnalazione alla società competente della gestione per la rimozione e la bonifica delle due aree. Chi può essere stato a fare questo scempio? Sicuramente più di una persona, ma al tempo stesso frutto di una scarsa attenzione da parte di chi ha il dovere di controllare poiché è un accumulo di rifiuti tale che non può affatto avvenire nell’arco di poche ore e neppure in un weekend. E potrebbe essere anche gente del posto e non sempre di passaggio poiché non si spiegherebbe, altrimenti, la presenza di un lavandino o di padelle, pentole e forchette. Una brutta cartolina, quindi, in una zona anche suggestiva dal punto di vista naturalistico poiché si affaccia sullo specchio d’acqua dell’invaso di Montedoglio.
A tutto ciò, poi, si aggiunge anche una carenza dal punto di vista igienico-sanitario poiché gli sbalzi termici di questi giorni potrebbere portare alla formazione di batteri o stati di putrefazione essendoci all’interno dei sacchetti anche residui organici ben visibili. La speranza è che tutto venga sanato e resti un brutto ricordo.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy