LA STORIA
Il Papa che riposa in cattedrale ad Arezzo
Il Conclave di Arezzo è stata una pagina storica per la città, per la Chiesa Aretina e per tutta la Chiesa Santa Romana Apostolica che ha segnato la data di nascita ufficiale e canonica del conclave propriamente detto e che aprì una nuova stagione nella storia delle elezioni pontificie. Era stato Papa Gregorio X a cambiare le regole dell’elezione papale. Lui era stato eletto a Viterbo dopo 1.006 giorni di conclave con i cittadini che chiusero i cardinali nel palazzo, mettendoli a pane e acqua e scoperchiando il tetto. Per questo, durante concilio di Lione, Papa Gregorio aveva modificato il conclave, cioè l’elezione del Papa. Nel 1275, dunque, di ritorno da Lione, fece sosta ad Arezzo, ospite del vescovo Guglielmo degli Ubertini. Durante questo soggiorno il Papa visitò la tomba e la chiesa di San Donato sul colle del Pionta concedendo l’indulgenza di 40 giorni, come sta scritto in un graffito ritrovato nella cripta dell’Oratorio di Santo Stefano. Il principale desiderio di Guglielmo era la costruzione di una nuova Cattedrale nel colle di San Pietro. Guglielmo espose al Papa questa sua intenzione di pastore della Chiesa aretina ed è molto verosimile che gli abbia mostrato anche il progetto della nuova Cattedrale, sapendo quanto il Papa tenesse alla costruzione di edifici come “assemblea” per il popolo cristiano. Le motivazioni addotte dal Vescovo aretino dovettero essere davvero convincenti per Gregorio X, il quale pur considerando che la chiesa di San Pietro Maggiore era stata chiamata Cattedrale da Innocenzo III, dette l’autorizzazione per costruire un nuovo edificio che sarebbe diventato la nuova Cattedrale di San Pietro e San Donato.
Gregorio X celebrò il Santo Natale 1275 nella Cattedrale di San Pietro Maggiore in prossimità del Palazzo Vescovile. La sua salute, provata dal lungo viaggio di ritorno da Lione, era però migliorata per il lungo riposo.
Ai primi giorni di gennaio 1276 le condizioni del Papa subirono un netto peggioramento a causa della febbre elevata.
Venerdi 10 gennaio 1276 Gregorio X morì nel Palazzo Vescovile di Arezzo alla presenza del Vescovo Guglielmo, della Curia Papale e dei Cardinali rimasti con lui. Guglielmo, come Vescovo della città in cui era morto il Papa, era il garante della severa e integrale applicazione della solenne Costituzione “Ubi Periculum” approvata a Lione.
Guglielmo si trovò dunque a svolgere un ruolo di grande responsabilità, dopo aver accolto e ospitato nel suo palazzo, per tre settimane, il Papa con la sua Curia e il suo seguito. Così ad Arezzo, fu applicato, per la prima volta, il testo della costituzione “Ubi Periculum”. Furono organizzate le solenni onoranze funebri, durate nove giorni, i Novendiali, periodo di passaggio tra la fine del pontificato conclusosi e la elezione del nuovo Pontefice. In questo tempo venivano celebrate dai Cardinali le messe in suffragio del defunto Pontefice, si provvedeva alla preparazione del luogo della sepoltura e si preparava la organizzazione della sede dove si dovevano riunire i Cardinali per il Conclave in clausura. Il 19 gennaio 1276, Gregorio X fu sepolto con i paramenti papali all’interno della allora esistente cattedrale di San Pietro Maggiore.
Il suo corpo ha avuto vicende diverse nel corso dei secoli, la Chiesa Aretina ha sempre avuto la massima attenzione verso i resti mortali del Papa. Esistono nell’Archivio della Curia Vescovile documenti, pergamene datate sulle ricognizioni eseguite nei vari secoli sul corpo di Gregorio X. Negli ultimi anni la storia e la documentazione esistente in Arezzo su Gregorio X sono state riprese, garantendo nuova devozione verso il papa da sempre venerato come Santo dal popolo aretino.
Sono state recuperate antiche pergamene, aperte casse sigillate contenenti le vesti indossate dal Papa al momento della sua sepoltura. Ho vissuto direttamente questo percorso storico accanto alle competenti autorità religiose della Curia e della Cattedrale Aretina, che ringrazio per avermi coinvolto. Le antiche e preziose vesti e paramenti papali, indossati da Gregorio X all’atto della sua sepoltura, sono stati studiati dalla dottoressa Sara Livi, che ho sostenuto e incoraggiato a realizzare questa ricerca, divenuta tesi della sua laurea. Al momento della sepoltura di Gregorio X non era stato costruito ancora il solenne monumento funebre, custodito ancora oggi nella attuale cattedrale di Arezzo. Si può immaginare, anche se non c’è alcuna documentazione storica probante, quale alto numero di autorità religiose e civili e quale immensa folla di popolo convenne da ogni parte per rendere l’ultimo omaggio alla salma del grande e santo Pontefice. Intanto ad Arezzo in quel 1276 venne organizzata l’accoglienza dei Cardinali, la predisposizione del luogo dove dovevano riunirsi, in clausura, il Sacro Collegio Cardinalizio per l’elezione del nuovo Papa. Fu questo uno straordinario periodo per Arezzo e la sua Chiesa. Il Vescovo Guglielmo fu davvero all’altezza di questo impegno che portava la città al centro del mondo civile e politico e dell’intera Chiesa Romana, appena unificata con la Chiesa Ortodossa. L’evento della morte, sepoltura, organizzazione di un Conclave permise al Vescovo Guglielmo di occupare un ruolo davvero rilevante nelle relazioni e nella conoscenza diretta dei personaggi e delle linee ecclesiastiche e politiche del suo tempo. Il Vescovo Guglielmo conosceva bene la “Ubi Periculum”.
Nello stesso giorno della morte del Papa, o forse nel successivo tutto il Clero e il popolo furono convocati dal Vescovo Guglielmo per assistere, come testimoni, al giuramento dei “magistrati in corpo” della città con il quale si impegnavano solennemente ad osservare tutte le disposizioni della Costituzione. Gravi erano le pene previste per la non osservanza di questo testo che avrebbe procurato gravi danni e conseguenze ai singoli magistrati, e privava la città della dignità vescovile.
Oltre a celebrare le solenni onoranze funebri per il Papa venne allestita nel “Palazzo in cui abitava il Pontefice una stessa grande stanza senza pareti o divisorie o altra tenda ben chiusa da ogni parte, in modo che nessuno possa entrare o uscire da essa”, come era scritto nella “Ubi Periculum”, che introdusse per la prima volta la clausura rigida dei Cardinali riuniti in Conclave. Non era mai successo in precedenza. Il Conclave di Arezzo ha segnato la nascita ufficiale e canonica del Conclave, come oggi è. Pertanto ad Arezzo si è svolto il “ primo” Conclave di Santa Romana Chiesa, con clausura dei Cardinali.
Il Collegio Cardinalizio, nel gennaio 1276 doveva essere composto dai seguenti 15 Cardinali: Riccardo Anniboldi, Simone De Brie, Legato papale per la Crociata, Pietro di Tarantasia, Vescovo di Ostia, Pietro Juliani, Vescovo di Tuscolo, Bertrando di Saint Martin, Vescovo di Sabina, Vicedomini, Vescovo di Preneste, Simone Paltinieri, Titolo dei Santi Silvestro e Martino, Anchère Pantaleon, Titolo di Santa Prassede, Guglielmo De Braye, Titolo di San Marco, Giovan Gaetano Orsini, Titolo di San Nicola in Carcere, Ottobono Fieschi, Titolo di San Adriano, Giacomo Savelli, Titolo di Santa Maria in Cosmedin, Goffredo D’Alatri, Titolo di San Giorgio al Velabro, Uberto di Cocconato, Titolo di San Eustachio, Matteo Orsini, Titolo di Santa Maria in Porticu. Essi, secondo le norme della “Ubi Periculum”, sarebbero dovuti arrivare ad Arezzo entro il decimo giorno dalla morte di Gregorio X.
Il 20 gennaio 1276 però erano presenti nella città solo tredici Cardinali. Infatti Riccardo Anniboldi, molto avanti con l’età, rimase a Roma dove morì nello stesso anno 1276 mentre fu assente, perché trattenuto in Francia, Simone De Brie. Il Collegio Cardinalizio esprimeva l’assetto politico del momento. Al suo interno vi erano due orientamenti, uno francese-angioino, l’altro romano-imperiale.
Al primo facevano riferimento, chi più chi meno, tutti gli stranieri; al secondo tutti gli italiani.
Filoangioini certamente erano i cardinali: Guglielmo De Braye, Pietro da Tarantasia, Pietro Juliani, Anchère Pantaleon, Simone De Brie e Bertrando de Saint-Martin. Filoangioini erano anche tre cardinali italiani: Ottobono Fieschi, Vicedomini e Giacomo Savelli. I Cardinali romano-imperiali erano invece: Simone Paltinieri, Giovan Gaetano Orsini, Goffredo d’Alatri, Uberto di Cocconato, Matteo Rosso Orsini, Riccardo Anniboldi. Nove Cardinali filoangioini e sei romano-imperiali. Trascorsi i 10 giorni prescritti dalla “Ubi Periculum” il 20 gennaio 1276, i 13 Cardinali presenti in Arezzo furono chiusi in clausura, nella “grande stanza” nel Palazzo Vescovile di Arezzo, “cum clave”. Da questa parola latina nacque il termine canonico e ufficiale di “Conclave” nella lingua italiana. Poiché nel medioevo i Papi viaggiavano molto, era un evento possibile che il Papa morisse fuori dalla sua sede, cioè lontano da Roma; per questo motivo una norma del II Concilio di Lione stabiliva che il Conclave dovesse aver luogo solo nella città e nel palazzo in cui era morto il Papa. La città di Arezzo ebbe dunque la fortuna e l’onore di ospitare il primo “Conclave” della storia della Chiesa Romana celebrato con le nuove norme della “Ubi Periculum”.
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