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Il Femminicidio

Giulia Tramontano, la sentenza nella Giornata contro la violenza sulle donne. Alessandro Impagnatiello, le coltellate e la promessa di Chiara: "Mai perdono"

Il folle omicidio che ha scosso tutto il Paese: il processo alla fase finale. Manca soltanto la decisione dei giudici

Giuseppe Silvestri

15 Novembre 2024, 20:00

Chiara Tramontano

Chiara Tramontano e sullo sfondo la sorella Giulia

La ferita non si potrà rimarginare. La famiglia di Giulia Tramontano non perdonerà mai e poi mai Alessandro Impagnatiello, che l'ha ammazzata a coltellate senza la minima pietà. E non solo perché la sorella Chiara, l'ha detto e ribadito con forza, ma perché non sarebbe umano concedere il perdono a chi ha commesso un crimine del genere. L'ex barman l'ha colpita brutalmente all'interno della loro abitazione, incurante del fatto che in grembo portava suo figlio. 

Giulia aveva da poco scoperto la relazione segreta di Impagnatiello con una collega e amante. Una scoperta che ha scatenato le reazioni violente del baristaLa sera dell'omicidio, dopo un incontro tra Giulia e la sua rivale, la situazione è degenerata. Impagnatiello l'ha colpita alle spalle, mentre lei era in cucina. Colpita e colpita. E ancora colpita. Per ben 37 volte. Dopo averla uccisa, ha tentato di occultare il corpo: prima cercando di bruciarlo nella vasca da bagno con alcol etilico e successivamente con benzina all'esterno.


Alessandro Impagnatiello, il pm ha chiesto l'ergastolo

Un omicidio meditato, preparato. Impagnatiello aveva compiuto ricerche online su come eliminare un corpo e sui metodi per cancellare tracce di sangue. Inoltre dalle indagini è emerso che sia nel sangue di Giulia che nel feto c'era una quantità significativa di veleno per topidettaglio che ha portato a ulteriori accuse contro l'imputato, inclusa l'interruzione non consensuale della gravidanza.

Il processo contro Alessandro Impagnatiello è iniziato il 18 gennaio 2024. Durante le udienze, l'imputato ha ammesso la sua responsabilità nel delitto ma ha cercato di giustificare le sue azioni come frutto di una follia insensata e di un castello di bugie costruito intorno alla sua vita. La pubblica accusa ha chiesto l'ergastolo e 18 mesi di isolamento, sottolineando la premeditazione e la crudeltà, oltre alla totale lucidità dell'assassino. Gli esperti psichiatrici hanno confermato che Impagnatiello era pienamente capace di intendere e volere al momento dell'omicidio, evidenziando una rabbia fredda motivata dalla scoperta della relazione parallela.

E la difesa? Ha sostenuto che non voleva uccidere Giulia ma soltanto procurarle un aborto spontaneo. Ha parlato di "rabbia fredda", sostenuto che l'omicidio non era stato preparato. Le parole della difesa hanno portato Chiara a sostenere che sono state traumatiche: "Abbiamo visto Giulia morire una seconda volta".

Ora si attende la sentenza. E' prevista per lunedì 25 novembre. Il destino ha scelto proprio la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Da una parte un omicidio tanto assurdo quanto violento e maledetto, dall'altra la difesa che chiede il minimo della pena. La speranza di tutti è che la parole fine sia stata già scritta con la richiesta di condanna avanzata dall'accusa.
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