Mercoledì 22 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Il caso

Tumore al cervello, altre quattro diagnosi tra i vigili del fuoco, tre morti. Cos'è il glioblastoma, le terapie, il tasso di sopravvivenza. L'ultimo farmaco scoperto

Julie Mary Marini

05 Aprile 2025, 00:21

Tumore al cervello

Il glioblastoma è il tumore al cervello più aggressivo (foto di archivio)

Spuntano altri quattro casi di vigili del fuoco colpiti da glioblastoma, il tumore al cervello che ha ucciso quattro pompieri che hanno operato nel comando provinciale di Arezzo. A sostenerlo è Marco Piergallini, segretario generale del sindacato Conapo che ha inviato una lettera al ministro dell'interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario Emanuele Prisco, oltre che ai vertici del corpo. Tre dei vigili sono già deceduti tra il 2013 e il 2017. A riportare la notizia è stata la testata Sassilive di Matera. "Se dopo Arezzo emergono nuove segnalazioni da altre province - spiega Piergallini - non possiamo più parlare di coincidenze. Siamo davanti a un possibile rischio sanitario nazionale per i vigili del fuoco”.

Nel documento viene chiesto di estendere le verifiche e lo studio epidemiologico anche ai vigili del fuoco di Matera per garantire un'analisi "completa e scientificamente fondata sulla eventuale correlazione tra esposizione professionale dei vigili del fuoco e insorgenza di queste gravi patologie tumorali”. Sulla vicenda interviene anche Andrea Trombetta, il segretario provinciale materano: "Tre sono già morti e non possiamo restare in silenzio mentre i numeri aumentano. Serve verità, serve prevenzione, serve tutela per tutti i vigili del fuoco e chiediamo a Roma di includere Matera nello studio avviato”.

Ancora una volta si accendono i riflettori sulle sostanze Pfas che sono presenti in alcune schiume e materiali ignifughi. Possono aver causato i casi di glioblastoma? "Ogni focolaio va indagato con rigore - aggiunge ancora Piergallini - La salute dei vigili del fuoco non può più aspettare". Ma cos'è con esattezza il glioblastoma? Noto anche come glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV, è un tumore maligno e molto aggressivo che colpisce il sistema nervoso centrale. È classificato come il tumore cerebrale primitivo di grado più elevato secondo la scala dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e rappresenta circa il 45% di tutti i tumori cerebrali maligni. Esistono due forme principali: il glioblastoma primario insorge direttamente come tumore di grado IV senza precedenti lesioni; il glioblastoma secondario, invece, evolve da astrocitomi di grado inferiore (grado II o III) ed è associato a mutazioni del gene. È comune soprattutto tra gli adulti tra i 45 e i 75 anni, incidenza maggiore tra gli uomini e la prevalenza è stimata in circa un caso ogni 10 mila persone.

La Fondazione Veronesi spiega che nonostante le terapie più innovative, soltanto un paziente su quattro è ancora vivo ad un anno dalla diagnosi e cinque su cento a cinque anni. Il glioblastoma, infatti, anche se viene operato, presenta tassi di recidiva molto elevati e quando si ripresenta molto spesso riesce a resistere alle terapie. La ricerca è continua. Attualmente il trattamento è multidisciplinare. La chirurgia viene utilizzata per cercare di rimuovere il maggior numero possibile di cellule tumorali; la radioterapia cerca di ridurre la crescita residua del tumore; la chemioterapia è efficace soprattutto nei pazienti con metilazione del gene Mgm. In ogni caso la prognosi resta sfavorevole.

La Federazione nazionale dell'ordine dei biologi recentemente ha spiegato che un team di scienziati del Mays Cancer Center, nel Texas, ha sviluppato un farmaco sperimentale che potrebbe essere in grado di aumentare la sopravvivenza dei pazienti colpiti da glioblastoma rispetto alle terapie standard. Si tratta del Rhenium Obisbemeda. Tra il 2015 e il 2021, i ricercatori coordinati dal professore Andrew J. Brenner (docente e primario della ricerca neuro-oncologica all’ateneo di San Antonio) hanno coinvolto in un primo studio 21 pazienti che non avevano risposto ad altri trattamenti. Hanno ricevuto il farmaco attraverso appositi cateteri nel cervello. Il farmaco è infatti progettato per bombardare direttamente il glioblastoma. La sopravvivenza sarebbe stata portata fino a 17 mesi. La rivista Clinical and Translational Oncology ha pubblicato lo studio.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie