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Arezzo

Pastori anti lupo chiedono (scettici) di partecipare al progetto che punta sulla convivenza tra predatori e greggi

Luca Serafini

26 Aprile 2025, 09:12

Matteo Contena e Marco Bruni

Matteo Contena e Marco Bruni con i loro cani

Pastori anti lupo chiedono di partecipare al progetto che punta sulla convivenza tra predatori e greggi. Matteo Contena, vicepresidente del comitato “Resistenza Pastorale”, e Marco Bruni, presidente di “Emergenza Lupo – Arezzo”, hanno presentato la loro candidatura alla scuola di pastorizia del progetto Pasturs, iniziativa che da anni promuove la convivenza tra allevatori e grandi predatori come il lupo e l’orso, attraverso la formazione e il supporto di volontari nelle aziende di montagna.

La loro scelta, spiegano, nasce dalla volontà di confrontarsi direttamente con un approccio che giudicano distante dalla realtà quotidiana degli allevatori, dove la convivenza tra greggi e predatori “non è praticabile”. “La padronanza della materia non è frutto esclusivo di studi accademici o provenienti dalla disinformazione mainstream sul lupo, ma si intreccia con un’esperienza professionale di lungo corso, coltivata da generazioni”, sottolinea Contena. Nonostante la lunga esperienza familiare nell’allevamento ovino, entrambi dichiarano di voler “esplorare in prima persona l’altro volto della pastorizia, quella di fantasia, quel racconto tanto celebrato sui media ad uso dei non addetti ai lavori: la cosiddetta ‘convivenza’ tra pastori e grandi carnivori”.

Il progetto Pasturs, attivo da dieci anni, si propone di “migliorare la convivenza tra allevamento e grandi predatori attraverso giovani volontari”, i quali, dopo una formazione specifica, affiancano i pastori nella vita d’alpeggio e nell’adozione di misure di prevenzione come recinzioni elettrificate e cani da guardiania. Tuttavia, secondo Contena e Bruni, l’iniziativa appare “un’operazione di comunicazione rivolta all’opinione pubblica, finalizzata a ‘dimostrare’ che la pastorizia estensiva può coesistere con la progressiva saturazione dei territori da parte dei lupi”.

I due allevatori evidenziano come, a livello nazionale, gli operatori coinvolti in Pasturs siano “poco più di una ventina, in contrapposizione alle migliaia di operatori che quotidianamente subiscono danni ingenti e affrontano insostenibili costi della difesa dai lupi”. “In molti non hanno retto all’aumento spropositato degli oneri di gestione e dalle campagne animaliste contro il consumo di carne, latte e derivati”, aggiungono, denunciando anche “campagne spesso diffamatorie, operate da chi vorrebbe imporre ai pastori come gestire le proprie aziende”.

Nel comunicato, Contena e Bruni puntano il dito contro i presunti vantaggi riservati alle poche aziende coinvolte nel progetto: “Esempi ‘viventi’ di concorrenza ‘dopata’, ricevono da fonti esterne contributi, cani da guardiania con spese veterinarie e alimentari a carico del progetto, usufruiscono anche di un significativo ritorno d’immagine, di strumenti di difesa aggiuntivi, manodopera gratuita costituita dai corsisti e il compenso per l’ospitalità negli agriturismi che gestiscono”. Nonostante questi incentivi, sostengono, “il progetto sembra avviato al fallimento: il ricorso a ex partecipanti, come la stessa Caterina Blasi, frequentatrice del corso del 2024 e già annunciata per il 2025, ancor prima della chiusura delle iscrizioni è il segnale più evidente di una scarsità di nuovi candidati”.

I pastori denunciano anche un conflitto di interessi legato ai finanziamenti provenienti da enti che fornisce gratuitamente alimenti per cani da guardiania alle aziende aderenti. “I pastori veri invece gli alimenti per i cani (e gli altri costi) se li pagano da soli”, osservano.

Contena e Bruni, entrambi allevatori esperti e dotati di cani da guardiania mantenuti a proprie spese, dichiarano di voler portare nel progetto “un’esperienza pratica vasta e concreta”. “Non siamo due semplici curiosi, attratti dalla mitologia sul lupo o da un’esperienza formativa di breve durata da diffondere sui social con toni profetici”, precisano, sottolineando come la loro partecipazione rappresenti un’occasione di confronto reale tra visioni opposte.

Il loro riferimento è al modello svizzero, che prevede “interventi selettivi di abbattimento e una netta riduzione del numero di lupi nei territori, pur garantendone una contingentata presenza”, a tutela degli allevatori.

“Prima che Pasturs chiuda i battenti, è fondamentale partecipare e far conoscere e valutare questo bagaglio di conoscenze ‘alternative’: ogni prospettiva, anche quella più sbagliata, arricchisce il dibattito culturale e professionale”, concludono, confidando che la loro candidatura venga accettata proprio per la ricchezza della loro esperienza.

La richiesta di partecipazione di Contena e Bruni al progetto Pasturs nasce da un desiderio di confronto ma anche da un profondo scetticismo verso la possibilità di una reale convivenza tra lupo e pastorizia, così come viene proposta dal progetto. La loro presenza, se accettata, potrebbe rappresentare un banco di prova per il dialogo tra due mondi oggi più che mai distanti.

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