Il caso
Le scarpe rosse, ormai simbolo delle donne uccise
Un altro drammatico caso di femminicidio si è consumato questa mattina, mercoledì 13 agosto, a La Spezia, dove una donna di 54 anni è stata brutalmente uccisa dall'ex marito, un uomo di 57 anni. L’episodio si è verificato intorno alle 11 nell’abitazione dove la donna lavorava come collaboratrice domestica. Secondo le primissime ricostruzioni, l’uomo ha raggiunto la vittima sul posto di lavoro e, con un coltello, l’ha colpita tre volte, infliggendole ferite mortali. Dopo l'omicidio, è fuggito, ma si è costituito circa un’ora dopo ai carabinieri di Ceparana, dopo essersi liberato dell’arma del delitto.
L’allarme è stato dato dalla proprietaria della villa, che ha subito chiamato il 118. Sul posto sono intervenuti un’ambulanza e un’automedica, ma al loro arrivo la donna era già in arresto cardiaco ed è deceduta poco dopo a causa delle ferite riportate. Un'altra donna uccisa e ancora una volta l'autore dell'omicidio è un ex marito.
Nel 2024 in Italia sono state uccise 115 donne (dati osservatorio Non Una Di Meno), molte delle quali in ambito familiare o affettivo. Circa l’82% delle vittime sono italiane, mentre le regioni più colpite sono Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Sicilia, che insieme raccolgono oltre metà dei casi segnalati. Ben 61 femminicidi nel 2024 sono attribuibili al partner o all’ex partner, a testimonianza di come la violenza domestica permanga come contesto prevalente di questi delitti. Le modalità di uccisione più comuni includono armi bianche, armi improprie, armi da fuoco e forme di soffocamento o strangolamento.
Nonostante una lieve diminuzione dei femminicidi rispetto all’anno precedente (con un calo di circa il 6% rispetto al 2023, in cui le vittime erano state 120), il numero resta allarmante. I femminicidi costituiscono nel 2024 circa il 35% del totale degli omicidi volontari commessi in Italia. Parallelamente ai femminicidi, crescono altri reati collegati come lo stalking, le violenze sessuali e i maltrattamenti, segnalando un allargamento della violenza di genere più in generale. La fascia d’età delle vittime è piuttosto ampia, con casi che riguardano donne dai 13 fino a oltre 90 anni, e una preoccupante incidenza nella terza età, quando le vittime spesso presentano condizioni di salute precarie e sono ancora più vulnerabili. Questo scenario tragico impone un impegno costante delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della società civile per promuovere una cultura di rispetto e parità, attuare misure di prevenzione efficaci e garantire protezione concreta alle potenziali vittime. Ogni femminicidio è una perdita insopportabile per la società e deve spingerci a non abbassare mai la guardia.
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