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L'artista

Rino Gaetano, l'omaggio della Treccani al cantautore che ha sfidato il tempo con sarcasmo e coraggio. Un’anima libera tra ironia e verità

Julie Mary Marini

21 Agosto 2025, 12:36

Rino Gaetano

La Treccani esalta Rino Gaetano

L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani rende omaggio a Rino Gaetano, celebrando il cantautore calabrese come un’icona imprescindibile della musica leggera italiana a 75 anni dalla sua nascita. Nato a Crotone il 29 ottobre 1950 e artisticamente cresciuto nei sobborghi romani, Salvatore Antonio Gaetano, noto come Rino, è stato capace di fondere con ironia e acume teatro e sperimentazione musicale, dando vita a un linguaggio unico e a un nonsense apparentemente incomprensibile che lo ha reso una vera star.

Un'immagine iconica di Rino Gaetano

L’Enciclopedia della Musica Contemporanea, diretta da Ernesto Assante e Sandro Cappelletto e in uscita a settembre, lo definisce “un’autentica star della musica leggera italiana”, riconoscendolo come l’erede del leggendario Fred Buscaglione. Rino Gaetano fu anche il primo “cantautore proletario” nel senso in cui lo intendeva Pier Paolo Pasolini, come sottolineato da critici e studiosi. Il successo di Gaetano iniziò nel 1975 con il singolo Ma il cielo è sempre più blu, seguito da Mio fratello è figlio unico nel 1976 e dall’album Aida nel 1977. Quest’ultimo racchiude il segreto del suo stile surreale e ironico, grazie anche alle note di copertina che prendevano in giro il linguaggio delle istituzioni, della religione, della politica, del giornalismo e della burocrazia. La sua partecipazione al Festival di Sanremo 1978 con Gianna – brano più leggero e orecchiabile che si classificò terzo – ne consolidò la fama, dopo la rinuncia a presentare Nuntereggae più per via dell’esplicito elenco di politici e vip citati nella canzone.

Spesso ridotto a figura quasi macchiettistica da alcuni critici, come Maurizio Costanzo, che lo definì un autore di “canzoncine ironiche, così, scherzose, scanzonate”, Rino trovò invece veri sostenitori in personalità come lo scrittore e critico Enzo Siciliano, il cantautore Gino Paoli – che lo considerava “l’erede di un certo tipo di nonsense e surrealismo antico” – e Antonello Venditti, a lui molto vicino. L’album Nuntereggae più, uscito nel settembre 1978, rappresenta la consacrazione definitiva di un artista capace di connubiare leggerezza e sarcasmo con un occhio attento alle problematiche politico-sociali del suo tempo. La sua voce libera e inconfondibile, unita a uno stile dissacrante, fece di Rino Gaetano un cantautore di prima grandezza, capace di parlare a un pubblico vasto senza mai perdere profondità.

Nonostante la tragica scomparsa a Roma nel 1981 a soli 30 anni, vittima di un incidente stradale, la figura di Rino Gaetano si è trasformata nel tempo in un vero e proprio culto. Dopo un periodo di relativa dimenticanza durato fino agli anni Duemila, la sua eredità è tornata prepotentemente alla luce grazie a concerti tributo, mostre, la pubblicazione di materiali inediti e l’ammirazione di nuove generazioni di artisti. Oggi l’Istituto Treccani riconosce ufficialmente il valore di un cantautore che, con il suo nonsense irriverente e la sua capacità di raccontare il paradosso della realtà contemporanea, ha lasciato un segno indelebile nella cultura musicale italiana.

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